Le due sorelle. Brian De Palma. 1973. USA.
Attori: Margot
Kidder, Jennifer Salt, Charles Durning, William Finley
Durata: 93’
Titolo originale: Sisters
State Island. New York. La
modella Danielle Brèton partecipa ad uno spettacolo televisivo basato sulle
candid camera ed a fine trasmissione esce con Philip, una delle vittime dello
scherzo al quale lei stessa ha partecipato. I due trascorrono la notte a casa
di lei ed il giorno dopo è il compleanno di lei e di sua sorella, che divide lo
stesso appartamento. Philip scende in strada per comperar alcune medicine delle
quali Danielle ha bisogno e ne approfitta per comperarle anche una torta. Al
suo rientro però la sorella di Danielle lo massacra a colpi di coltello. L’ex
marito di Danielle, che li stava pedinando dalla sera precedente, accorre in aiuto
di lei facendo sparire il cadavere, ma una giornalista che abita di fronte al
loro palazzo, Grace Collier, ha fatto in tempo a vedere l’omicidio. Avvertita
la polizia, non viene trovata alcuna traccia del cadavere ed anzi Grace passa
per mitomane e non viene creduta. La
ragazza s’impunta e decide di indagare da sola. Scopre, avvalendosi di un
investigatore privato, che Danielle ha una sorella siamese, Dominique, persa un
anno prima durante un’operazione che aveva provato a dividerle. Mentre
l’investigatore privato ipotizza che il cadavere di Philip sia stato messo in
un divano che viene spedito in Canada, e che decide di seguire, Grace pedina
Danielle ed il suo ex marito in una clinica dove però viene scoperta e rinchiusa
come se fosse anche lei una paziente. Qui, sotto effetto d’ipnosi, l’ex marito
di Danielle, medico responsabile della clinica, la convince che non c’è stato
alcun omicidio, ma proprio lui viene ucciso da Danielle la quale, da quando è
morta la sorella, si comporta come se gestisca quella che era l’aggressività di
lei. Chiamata la polizia dai responsabili della clinica, Grace viene tratta in
salvo e finalmente la polizia le dà retta sull’omicidio di Philip. Quando però la polizia decide di porle alcune
domande, la giornalista non ricorda più niente. In Canada intanto,
l’investigatore privato, appeso ad un traliccio, tiene sott’occhio il divano
lasciato incustodito ed abbandonato.
Dopo sette produzioni
indipendenti, minori e semisperimentali, all’ottavo tentativo il regista Brian
De Palma riesce a farsi notare dalla critica e dal pubblico (e finalmente anche
in Europa) proprio grazie a questo lavoro. Debitore di due pellicole in
particolare, ma anche molto legato al genere, Le due sorelle unisce per l’appunto La finestra sul cortile (1954) di Alfred Hitchcock e L’occhio
che uccide (1960) di Michael Powell, innescando l’ambiguità dello sguardo
come matrice portante dell’intero impianto narrativo. È, infatti, sui diversi
livelli del visibile che il film è costruito (incomincia dentro il televisore
nel quale si trasmette un programma che spia attraverso le candid camera e che
mostra una vittima che poi diventa vittima) e con i quali si srotola in una
sorta d’inseguimento della verità, verità che sfugge proprio grazie ad una
visione, ma solo percettiva (il racconto del medico sotto effetto di qualche
sostanza) e che dissolve la realtà stessa dei fatti, e quello a cui si è
assistito. Chandleriano sotto alcuni aspetti (l’investigazione privata ma anche
la scena della clinica privata) vira all’horror nel momento in cui il regista
decide di calcare la mano sugli effetti più truculenti (la cicatrice sul corpo
di Danielle, la brutalità dell’omicidio) e quando descrive la condizione
pre-traumatica (ma che già è un trauma) delle due sorelle siamesi, ricostruendo
un mondo di malati che deve tanto a Freaks
(1932) di Tod Browning. Nell’iperbole dello sguardo, nella quale tutti sono
coinvolti, pubblico compreso, l’unico che sceglie di non spiare, Philip nella
prima scena, è anche la prima vittima, seguita poi dal medico, impegnato nella
revisione di una visione (cancellando cioè quello che Grace aveva visto). L’ultima
inquadratura, che scopre l’investigatore sul traliccio che tiene sott’occhio il
divano è quasi uno scherzo del regista, è un sorriso che distende la tensione
dello spettatore, ma che racconta anche un altro modo di guardare le cose,
senza partecipazione vera, con distacco e senza soluzione. Oltre il piano dello
sguardo, il tema del doppio ovviamente, dell’inscindibilità delle coppie
siamesi, della necessità del bilanciamento (che si perde in Danielle nel
momento in cui muore sua sorella) e della sovrapposizione dei doppi anche al di
fuori del rapporto gemellare (Danielle e la giornalista, in fondo sono loro le due
sorelle). A tale scopo ha un maggiore rilievo l’uso dello split screen,
utilizzato con abbondanza per lo sdoppiamento anche dell’oggetto filmico, della
visione. Fortissimo tutto l’impianto visivo, una delle doti che il regista
saprà sfruttare durante la sua lunga carriera, il cinema di De Palma ha in
questa pellicola quasi tutti gli elementi caratteristici del suo percorso. Inseparabili (1988) di David Cronenberg
è il film che più di tutti si avvicina a Le
due sorelle per profondità dei temi toccati e ricchezza di metafore sul
rapporto (s)bilanciato della coppia, depurato però di caratteri hitchcockiani
ai quali invece il film di De Palma è molto debitore (per esempio Psyco (1960) dove il rapporto tra madre
e figlio è di sostituzione di una nell’altro, cosa che accade anche a Danielle
Brèton con Dominique). Con Omicidio a
luci rosse (1984) Brian De Palma ritornerà sullo stesso tema con una storia
per certi versi anche molto simile. Le musiche de Le due sorelle furono composte da Bernard Herrmann, autore di molti
commenti musicali proprio di Alfred Hitchcock. Infine due piccole, ma
insignificanti note: la scritta sulla torta cambia da stampatello a corsivo, ed
il fatto che non vi siano tracce di sangue sull’abito di Danielle dopo aver
commesso gli omicidi, mostra uno studio del progetto non ancora perfetto.
Bucci Mario
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