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Nosferatu il vampiro - Nosferatu, eine symphonie des grauens
Anno: 1922
Regista: Friedrich Wilhelm Murnau;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Germania;
Data inserimento nel database: 13-07-2004


La grande guerra

Nosferatu il vampiro. Friedrich Wilhelm Murnau. 1922. GERMANIA.

Attori: Max Schreck, Gustav von Waggenheim, Greta Schröder, Alexander Granach, Max Nemetz

Durata: 96’

Titolo originale: Nosferatu, eine symphonie des grauens

 

 

Svezia. Wisborg. 1843. La cronaca della Grande Morte… L’immobiliare Knock chiede al suo assistente di recarsi in Transylvania, presso il conte Orlok, poiché questo è interessato ad acquistare un palazzo nella stessa città. Thomas Hutter, l’uomo incaricato di intraprendere il lungo viaggio verso i Carpazi, abbandona così la moglie Ellen per quest’avventura. Giunto a destinazione, si ferma in una locanda dove gli consigliano di non affrettarsi per conoscere il conte e di passare la notte al sicuro poiché quella è considerata la terra dei fantasmi. Thomas accetta e la mattina dopo una diligenza lo accompagna fino a metà strada, quando cioè calano le tenebre e il conducente si impunta per non voler proseguire. A prenderlo sulla strada sopraggiunge una tetra diligenza che lo conduce al castello del conte Orlok. A cena dall’uomo Thomas si taglia ad un dito e nota lo strano atteggiamento del conte nei confronti del suo sangue. La mattina dopo, Thomas scrive una lettera a sua moglie Ellen annunciandogli di essere pronto per far ritorno. Quella sera, pone le carte del contratto al conte Orlok il quale, invece, si mostra più interessato ad una fotografia della giovane moglie di Hutter. Orlok approfitta della notte per entrare nella stanza dell’uomo mentre a Wisborg Ellen è colta da un febbrile sonnambulismo. La mattina dopo, intimorito per quanto accaduto, Thomas scende nei sotterranei e scopre il conte a dormire in una bara. Quanto aveva letto alla locanda circa i vampiri appare a questo punto vero. Purtroppo però rimane chiuso nel castello mentre scorge, al tramonto, il conte Orlok farsi portare via chiuso in una bara. Assieme ad altre bare cariche di terra e topi, il conte è imbarcato su una nave che, attraversando il mar Baltico, arriverà a destinazione a Wisborg. In città intanto Knock è impazzito ed è stato rinchiuso in un manicomio dove si nutre d’insetti ed annuncia l’arrivo del suo signore, il conte Orlok. Thomas riesce a fuggire dal castello ma in preda alla febbre cade in terra, soccorso dagli abitanti del vicino paese. Sulla nave che trasporta il conte si spande la peste e giunta a Wisborg il contagio si estende a tutta la cittadinanza. Knock, riuscito a fuggire dal manicomio, è rincorso dalla folla che riesce di nuovo a portarlo dentro. Thomas fa rientro a Wisborg e cerca di prendersi cura della moglie Ellen, sempre più debole da quando lui era partito. Orlok, che è andato ad abitare in una spoglia casa di fronte a quella della coppia Hutter, una notte entra in stanza di Ellen attirato dalla stessa donna che, letto il libro del marito sui vampiri, ha capito che non è la peste ad uccidere gli abitanti di Wisborg ma la presenza del conte. Orlok la morde sul collo mentre il marito è andato a chiamare il medico perché preoccupato delle sue condizioni, ma l’ingresso della luce del primo mattino uccide il conte prima che possa rifugiarsi nelle tenebre.

Prima e memorabile trasposizione cinematografica di un personaggio consegnato all’immaginario comune attraverso il romanzo di Bram Stoker. Questo Dracula (Nosferatu, non vivo), prodotto in Germania è assolutamente una delle migliori realizzazioni del romanzo (sul quale lo sceneggiatore Henrick Galeen è intervenuto cambiando tutti i nomi dei personaggi per non pagare i diritti d’autore). Capace di influenzare intere generazioni di cineasti, che per anni rimarranno legate alle movenze del conte Orlok, Nosferatu è una tappa importantissima nel cinema, non solo di genere. Sfruttando sapientemente il montaggio parallelo (verso Wisborg vanno Thomas in fuga e la nave appestata) e le caratteristiche abbondanti di personaggi estremi quali Knock e Orlok, Murnau sostiene un complesso ed angosciante ambiente metacittadino che trasuda morte e disperazione fin dalle primissime didascalie (i fiori colti in giardino non riescono a far gioire completamente Ellen, così come l’incontro di Thomas con il passante che gli dice che nessuno può sfuggire al destino non preannuncia nulla di buono). Ancora sul montaggio, sebbene lontano dalle attrazioni teoriche dell’avanguardia russa, Murnau utilizza il ragno che ingloba la preda, la iena con i cavalli, i topi e la pianta carnivora per caricare attraverso queste metafore, naturalistiche, il personaggio del conte Orlok. Molto importante diventa la scelta dei colori per definire il tempo narrativo: la pellicola è sviluppata con il blu per la notte, il rosso per il tramonto, il negativo per esaltare gli effetti distorti. Caposaldo del cinema, Nosferatu va oltre l’espressionismo tedesco (del quale rimane il fatto che non è il vampiro ad assalire, ma la sua ombra, l’oscurità che egli rappresenta) soprattutto per la scelta del regista di girare in luoghi reali (anche se per alcuni critici quaste scelta può essere considerata comunque all’interno del movimento espressionista [i] ), senza manipolazioni della scenografia. Aperto a diverse chiavi di lettura, Nosferatu è un film entrato nella leggenda anche per l’attore che interpreta il vampiro, stilizzata sagoma maligna costruita sul fisico di Max Schreck. Su di lui, infatti, se ne sono dette tante, e di così geniali intuizioni che se ne è arrivati a farne un film, quale L’ombra del vampiro (2000) di E. Elias Mehrige, nel quale si sostiene che egli fosse stato veramente un vampiro. Altri storici del cinema affermano che sotto il suo nome e dietro quella maschera si nasconda invece lo stesso Murnau. Sta di fatto che alcune sequenze che lo ritraggono (in special modo quando si alza rigido dalla sua bara, o quando morde il collo di Ellen) fanno parte ormai del panorama cinematografico-culturale collettivo. Il finale, l’happy end realizzato da Murnau, che vede nel raggio di sole la soluzione alle tenebre, diventerà uno dei punti centrali della sua filmografia. Personalmente trovo assolutamente surreale, e per questo incantevole, la scena in cui Ellen riceve notizie dai Carpazi seduta su una sedia, sulla sabbia, fra croci seminate intorno. Superlativa anche la prova di Alexander Granach nei panni del folle Knock, per alcuni gesti ricorda l’imbonitore da fiera de Il gabinetto del dottor Caligari (1921) di Robert Wiene. Sicuramente di diverso effetto e stile un altro vampiro, quello interpretato da Bela Lugosi in Dracula (1931) di Tod Browning. Di Nosferatu il vampiro invece, ne è stato fatto un remake: Nosferatu, il principe della notte (1979) di Werner Herzog.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]



[i] Massimo Moscati. Breve storia del cinema. Bompiani