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Shock – Transfert suspence hypnos
Anno: 1977
Regista: Mario Bava;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 13-07-2004


La grande guerra

Shock – Transfert suspence hypnos. Mario Bava. 1977. ITALIA.

Attori: Daria Nicolodi, David Collin Jr., John Steiner, Ivan Rassimov

Durata: 95’

 

 

A distanza di sette anni dal suicidio del marito, Dora ritorna nella stessa casa dove è avvenuto il fatto, con un nuovo compagno, Bruno, ed il figlio del primo matrimonio Marco. Sin dai primi giorni però si manifestano strani avvenimenti e Marco soprattutto incomincia a comportarsi come un indemoniato. Costretta a rimanere spesso sola in casa con il figlio, poiché Bruno lavora come pilota d’aerei civili, Daria, debole psicologicamente, si lascia sopraffare dall’aria malsana dell’abitazione. Riaffiora in lei il passato fino a quando non le torna chiara in mente la sua colpevolezza circa la morte dell’ex marito. Dopo essersi fatta iniettare eroina nel braccio, infatti, Daria aveva ucciso il marito colta da un raptus omicida e, con l’aiuto di Bruno, avevano murato in cantina il corpo di quello e simulato un suicidio in mare. Sconvolta per aver ritrovato la verità, Daria uccide lo stesso Bruno per poi togliersi la vita. In giardino rimane Marco che parla con il fantasma del suo vero padre.

Da una sceneggiatura del figlio Lamberto (scritta in collaborazione con Dardano Sacchetti, Francesco Barbieri e Paola Briganti) che collaborò anche come aiuto regista, uno dei thriller più tirati e riusciti in Italia. Per molti considerato come un omaggio a Profondo rosso (1975) di Dario Argento  e dal quale ottiene in prestito Daria Nicolodi (oltre all’idea del disegno del bambino che rappresenta la memoria di un omicidio), Shock è invece un thriller che ha natura propria e suspence autentica. Più vicino alle arie buie dei racconti di Edgar Allan Poe, il film affronta tutti assieme temi come il passato rimosso (murato), la possessione, la vendetta edipica e soprattutto l’ambiguità della natura umana, a volte incomprensibile come un omicidio del quale non se ne trova una giustificazione. Il personaggio del piccolo Marco, posseduto dagli spettri del passato ancora vivi nella casa dell’omicidio, anticipa di qualche anno il figlio di Jack Torrence, lo psicolabile guardiano dell’Overlook Hotel in Shining (1980) di Stanley Kubrick. Inquietudine altissima, un puro spasso per il regista quanto per lo spettatore che non può fare a meno di essere risucchiato in un delirio d’immagini deformate, forzatamente distorte. Ancora una volta Mario Bava dimostra di saper tendere il filo della tensione attraverso piani sequenza che spingono lo spettatore sul filo del delirio, per poi farlo saltare dalla poltrona per un non nulla. Geniale.

 

 

Bucci Mario

[email protected]