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La banda del gobbo
Anno: 1977
Regista: Umberto Lenzi;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

La banda del gobbo. Umberto Lenzi. 1977. ITALIA.

Attori: Tomas Milian, Isa Danieli, Pino Colizzi, Solvi Stubing, Luciano Catenacci

Durata: 98’

 

 

Roma. Di ritorno dalla Corsica, Vincenzo Marazzi, detto Il gobbo, va a trovare suo fratello Sergio, detto Er monnezza. Il primo obiettivo è di organizzare una rapina. Assieme a tre compari, il Sogliola, l’Albanese e Perrone, che tramano però alle sue spalle, riescono a derubare un furgone porta valori della Banca di Roma, ma lui viene sparato dai suoi colleghi e si rifugia nella fogna. Vincenzo, ferito, si rifugia dalla prostituta Maria, la sua donna, dove decide di vendicarsi dei traditori. Il primo a morire è il Sogliola, chiuso in una cella frigorifera, a Perrone viene bruciato l’autosalone, mentre l’Albanese cade in un’imboscata con una donna albanese come esca. La polizia, nella figura del commissario Sarti, intuisce quanto sta accadendo, ma non è d’accordo su questa vendetta privata del gobbo e così si mette alla sua ricerca, setacciando gli ambienti della malavita. Trovata l’auto dell’Albanese, durante un posto di blocco, scoprono il legame fra quello e Perrone il quale, interrogato al commissariato, ovviamente nega. Arrestato anche Er monnezza, viene internato in un ospedale psichiatrico perché colto da allucinazioni dopo aver ingerito alcune sigarette. Vincenzo intanto, organizza un altro colpo con altri compari. Al commissario Sarti viene in mentre di mettere un poliziotto alle spalle di Sergio e facendolo evadere, di seguirlo fino a suo fratello. Er monnezza riesce ad evadere dall’ospedale e sulla strada ad attenderlo c’è Il gobbo. Il poliziotto viene fatto ritrovare legato in un porcile. La sera dopo, Vincenzo porta Maria nel night club Lo scarabocchio. Viene preso in giro quando balla e, dopo aver raccontato una barzelletta a tutti i presenti, li fa legare dalla sua banda e li deruba. L’opinione pubblica si lamenta e la polizia torna a fare retate nei sobborghi. Viene arrestato, durante un tentativo di rapina, il giovane Ciacci, nipote di Carmine Ciacci, uno della banda del gobbo. Seguendolo, la polizia riesce a raggiungere il covo dove la banda sta preparando il nuovo colpo, ed ingaggia una sparatoria con i malviventi. Al termine, solo il gobbo riesce a fuggire. Sulla strada, all’uscita da un tunnel, Vincenzo azzarda un sorpasso ma un gatto nero gli taglia la strada e l’auto sbanda, cadendo nel Tevere. Er monnezza, spegne la radio proprio quando stanno per annunciare la morte di suo fratello, mentre sopraggiunge Maria con un pacco che quello gli aveva lasciato. Una lettera gli fa credere che è partito.

Dopo il grande successo popolare di Roma a mano armata (1976), Umberto Lenzi torna a dirigere uno dei migliori Tomas Milian del periodo romano, quello del doppio ruolo di Vincenzo e Sergio Marazzi, Il gobbo ed Er mondezza, dei quali ha anche scritto tutte le battute. Tecnicamente meno valido del precedente, ben musicato da Franco Micalizzi, questo film ha ancora il pregevole vantaggio di non essere stato incentrato sulla figura del commissario, ma su quella dei malviventi. La polizia, infatti, è davvero poco presente: entra in scena dopo un quarto d’ora, un poliziotto finisce legato fra i maiali, e soprattutto nel finale, non riesce a prendere Il gobbo, che muore invece per colpa del destino (un gatto nero che gli taglia la strada). Sebbene il finale sembri comico (la fortuna del Gobbo e la iella del gatto), in realtà La banda del gobbo è una delle pellicole più tristi del genere: il confronto tra il gobbo ed i clienti del night club e poi, sulle note di Quanto sei bella Roma di Antonello Venditti, la morte di Vincenzo ed il passaggio a Sergio (che da ora in poi diventerà personaggio unico nel genere), che spegne la radio nel momento in cui stanno accennando alla morte del fratello, e che quindi lo crede ancora vivo, da qualche parte. Un finale che lasciava aperta ogni possibile continuazione (“C’ha sette vite come i gatti…”), e che ha scelto di farla in direzione de Er monnezza. Punti vitali della pellicola: la preparazione del primo colpo, e tutta la sequenza nel night club dove, sarà perché Tomas Milian è doppiato da Feruccio Amendola (la voce di Robert De Niro), ma si avverte qualcosa alla scorsese (scritto volutamente in minuscolo). Secondo un contratto con la produzione, Tomas Milian aveva diritto di mettere mano al montaggio e per questo eccesso di ruolo, questa fu l’ultima collaborazione felice tra lui ed il regista: Lenzi, infatti, si è dissociato dalla scena della discoteca in cui Il gobbo costringe i ricconi a defecare per terra, perché riteneva che toglieva ritmo alla pellicola. in realtà i problemi fra lui e l’attore nacquero spesso anche sulle battute, ritenute di una volgarità terrificante da parte del regista. La pellicola ebbe comunque gran successo, incassando oltre un miliardo e mezzo delle vecchie lire (Marco Giusti – Stracult). Non un capolavoro, ma uno dei film-chiave del genere (il Mereghetti – Dizionario dei film 2000).      

Bucci Mario

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