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Gli amici di Eddie Coyle - The Friends of Eddie Coyle
Anno: 1973
Regista: Peter Yates;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Gli amici di Eddie Coyle. Peter Yates. 1973. USA.

Attori: Robert Mitchum, Peter Boyle, Richard Jordan, Steven Keats, Mitchell Ryan.

Durata: 102’ min.

Titolo originale: The Friends of Eddie Coyle

 

 

Boston. USA. Seduti in un caffè due uomini contrattano l’acquisto d’alcune pistole. Uno di loro è il cinquantenne Eddie Coyle, un pesce piccolo della malavita che fa da intermediario sulle armi e che è in attesa di una condanna per aver guidato un camion pieno di liquori rubati. Un gruppo di rapinatori, capeggiati dal delinquente Jimmy Rodriguez, mette insieme una serie di colpi nelle banche sequestrando le famiglie dei direttori e garantendosi così l’ingresso facile nel caveau. Eddie Coyle rifornisce la banda facendo da intermediario per loro. Per ottenere un interessamento sulla sua condanna, Eddie decide di fare l’informatore della polizia e consegna il venditore di armi. Il procuratore non sembra soddisfatto ed allora Eddie si decide a fare i nomi dei rapinatori, ma è troppo tardi. Dillon, l’uomo che aveva commissionato il lavoro del camion dei liquori a Eddie, ha già fatto l’informatore ed ha garantito la banda dei rapinatori alla polizia, ma è anche riuscito a far ricadere la colpa sul povero Eddie. Il capo di una fantomatica organizzazione domanda proprio a Dillon che Eddie Coyle sia fatto fuori. Invitato ad una partita di hockey sarà ucciso nel ritorno a casa.

Poliziesco atipico e molto triste, segnato da un fatalismo esagerato, decadente, ma mai noioso. Ispirato dal romanzo di George V. Higgins, sceneggiato e prodotto da Paul Monash, è inquadrato dal regista inglese Peter Yates in una realtà marginale da un punto di vista del genere, come quella della città di Boston. Le silenziose sequenze delle rapine affidate ai giochi di sguardi dei sequestrati e dei rapinatori, l’intera costruzione della retata, per nulla spettacolare nel senso hollywoodiano dell’immagine, sono elementi distintivi di questa pellicola e che rimandano ad un’idea del genere che un po’ ricorda il western solitario di Monte Hellman, ma che da questo si allontana in fase realizzativa per l’uso di un maggior numero d’inquadrature e mezzi (soprattutto). Boston, città di sospetti e d’infamità (il riferimento è proprio agli amici di Eddie), la perfetta coreografia nella quale inserire un attimo di vita, l’ultimo, di un condannato a morte (il destino sembra aver scelto per lui sin dalla prima inquadratura, un falso piano americano che introduce Mitchum quasi fosse un barbone e non un padre di famiglia). L’America di Higgins\Yates è l’America delle armi, il paese in cui hippy, giovani dalla faccia imberbe e rapinatori di grossa esperienza possono procurarsi anche un mitragliatore, al costo del denaro, così come di qualsiasi altra cosa, un’infamata o una pagnotta (lo scambio tra Coyle ed il fornitore, in un supermercato, tra sacchi di pane e calibro .38). L’assassinio di Eddie per mano di Dillon, l’uomo del qual quale non aveva fatto nome alla polizia e per colpa del quale attendeva una condanna, è il simbolo di un crollo morale che coinvolge tutta l’America nel suo squallore quasi naturale (molto importante la scelta di tutte le locations, angoli marginali del paese, compreso il parcheggio di un supermercato). Interessante il tema del sussidio ed il terrore della famiglia Coyle di vivere grazie a questo, un marchio che contraddistingue l’America dei neri (a proposito, non c’è un attore di colore in tutta la pellicola) e che segna la definitiva dipendenza del cittadino dallo Stato. Non sono mai stato un fan di Robert Mitchum, ma in questo film è davvero bravo. Stupenda la colonna sonora: funk black vivace che contrasta con i misurati movimenti dei protagonisti. Proprio un bel film.   

 

 

Bucci Mario

        [email protected]