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Minority report
Anno: 2002
Regista: Steven Spielberg;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Minority report. Steven Spielberg. 2002. USA.

Attori: Tom Cruise, Colin Farrell, Samantha Morton, Max von Sydow, Lois Smith, Peter Stormare, Tim Blake Nelson, Steve Harris.

Durata: 142’

 

 

USA. Washington D.C. anno 2054. Al Dipartimento di Precrimine il comandante John Anderton si serve da sei anni (da quando cioè è stato rapito suo figlio) di tre precognitori, una donna e due gemelli nati da un esperimento sui tossicodipendenti, per prevenire omicidi che si devono ancora compiere.  Il Dipartimento, di cui il comandante Lamar Burgess ne è l’istitutore, ha gli occhi addosso di tutta la nazione: il tasso di criminalità della città, infatti, si è abbassato del 90% ed è intenzione del Presidente degli Stati Uniti quello di allargare la Precrimine a tutti gli stati. L’osservatore Danny Witwer è inviato dai signori della giustizia per verificarne l’efficacia ad una settimana dal referendum che dovrebbe trasformare il Dipartimento di Precrimine in un’istituzione nazionale. Un giorno, indagando su un caso di futuro omicidio di Leo Crow, il comandante Anderton scopre d’essere proprio lui il futuro assassino. Fuggendo dal Dipartimento per non essere incarcerato in una specie d’alveare del crimine dove i potenziali criminali sono lobotomizzati, John raggiunge la dottoressa Hineman che ha seguito la nascita e lo sviluppo dei tre precognitori. Questa lo mette a conoscenza della possibilità di un rapporto di minoranza, la possibilità ovvero in cui i tre precognitori non sarebbero d’accordo sulle previsioni e che metterebbe in discussione molti degli arresti compiuti dal Dipartimento. Il rapporto di minoranza è custodito nella testa della precognitrice donna ma tornare al Dipartimento è impossibile visti i sistemi di controllo distribuiti in tutta la città che si servono dell’analisi oculare per individuare tutti i movimenti dei cittadini. Il comandante Anderton è costretto a scendere nei bassifondi della capitale per farsi cavare gli occhi e farli sostituire con quelli di un non ricercato. Con questo espediente, ed un’iniezione che gli cambia il viso, riesce a rapire Agatha, la precognitrice donna, ed a tornare nei bassifondi della capitale per far scaricare i dati contenuti nella sua testa. Braccato dal Dipartimento, in fuga nella capitale, riconosce la scena dell’omicidio che avrebbe dovuto compiere e decide di andare in contro al destino che i tre precognitori avevano visto. Nella stanza di Leo Crow ha l’impressione che questo sia il colpevole del rapimento di suo figlio ma, decidendo di non ucciderlo (quindi contravvenendo alla previsione) riesce a scoprire che in realtà è stato assoldato da qualcuno per fingere di esserne l’assassino. Leo Crow riesce comunque ad incastrarlo premendo egli stesso il grilletto dell’arma impugnata da Anderton. Witwer, sulla scena dell’omicidio, incomincia a dubitare della colpevolezza di John e scopre anche che una eco dei precognitivi su un altro omicidio, in realtà non era una eco, ma lo stesso omicidio prima sventato e poi compiuto con le stesse identiche modalità. Il colpevole di quell’omicidio è il comandante Lamar Burgess che, scoperto, uccide Witwer (e non può essere accusato perché senza Agatha i due gemelli non riesco a prevedere gli omicidi). Rifugiatosi a casa della sua ex moglie Lara, John è arrestato dal Dipartimento, ma questa, testarda, si rivolge a Burgess chiedendogli di aprire un’inchiesta convinta della sua innocenza e scopre, facendo il nome di Ann Lively, che l’assassino di quella donna (la madre di Agata) è proprio Burgess. Aiutata dagli altri componenti del Dipartimento, la moglie di John riesce a farlo scarcerare e durante la conferenza stampa che avrebbe dovuto sancire il passaggio del Dipartimento di Precrimine a Dipartimento di Stato, Burgess è accusato in diretta dell’omicidio di Ann Lively. Ancora una volta i tre precognitori vedono l’omicidio di John da parte di Burgess e questo deve solo scegliere se compierlo, e quindi mostrarsi colpevole, o non compierlo e quindi mostrare la possibilità del fallimento dell’intera operazione del Dipartimento. Il suicidio di Burgess metterà in crisi tutto il sistema di giustizia del Precrimine.

Stupendo lavoro di Spielberg tratto da un racconto breve del geniale P. K. Dick, come al solito perfetto nella capacità mostrata dai suoi racconti e romanzi di essere sempre attuali (è uscito in America quando si discuteva sull’arresto preventivo dopo l’attacco alle Twin Towers). Visionario, a metà strada tra il giallo ed il noir (chi ma soprattutto perché?) buio come la fantascienza di Blade runner (1982) di Ridley Scott, mette in discussione un intero sistema di controllo (oltre all’arresto preventivo, l’abbandono dei propri occhi per non essere seguiti dallo sguardo del controllo) al varo in quasi tutti i paesi occidentali (video camere seminate sul territorio, controllo dei dati personali, scanner di calore nei palazzi). La società perfetta per Dick\Spielberg non esiste e la possibilità dell’errore, spesso umano e soprattutto criminale quando è al servizio del potere (il vero crimine non pre-visto o strumentalizzato da Burgess) continua in un futuro dove sono presenti ancora i vizi di un mondo che procede in avanti con i difetti di ieri. Il vero passo verso il futuro è andare incontro al proprio destino coscienti di dover prendere ad un certo punto la decisione migliore (Cruise\Burgess entrambi reagiscono smentendo la pre-visione, il primo mostrandosi innocente ed il secondo colpevole di un progetto comunque fallimentare). Sospetto della politica dei sospetti. Una direzione sbagliata di questo mondo che grazie a Dick (è lui uno dei tre precognitori della nostra realtà?) dà la possibilità all’uomo di anticiparne un cambiamento di rotta. Indiscutibile la bravura di Tom Cruise, comandante drogato, a proposito del quale lo sguardo del regista si mostra più che comprensivo (l’uso delle droghe è all’origine delle facoltà divine dei precognitori così come è giustificato l’uso che ne fa John per dimenticare la tragedia di suo figlio). Meno malinconico e triste di altre trasposizioni cinematografiche dai testi di Dick: il buio presente prossimo ha ancora una speranza (“Tu poi scegliere!”). Effetti speciali della Industrial Light & Magics (Lucas Digital ltd). I nomi dei tre precognitori fanno riferimento ad altrettanti scrittori del giallo: Agatha (Christie), Dashiel (Mamet) e Arthur (Conan Doyle).

 

 

Bucci Mario

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