IDENTIFICAZIONE
& SIMULACRALITÀ

"L'identificazione dello spettatore al proprio sguardo" (Aumont): egli scopre l'esistenza di un punto di vista privilegiato (predisposto proprio per LUI), scopre che i movimenti del quadro sono in funzione del proprio sguardo, etc. Soprattutto, lo spettatore prende coscienza della MACCHINA DA PRESA (il cine-occhio). Ecco il punto. Anche il cinema classico, privilegiando al massimo grado l'onniscienza dello spettatore, creava la consapevolezza dello sguardo cinematografico, senza per questo far uso di soggettive insistite o di oggettive irreali, cioè quelle figure che oggi rivelano allo spettatore l'evidenza del linguaggio.

A questo punto un tentativo di capire i meccanismi non poteva prescindere dall'esplicitazione degli stessi, generalizzandoli. Efficacemente Luca si accollò questo onere:

  • il cinema dei Tru(e)men vede il prevalere dei significati sui significanti
  • in questo senso il dibattito critico viene sviato sul terreno contenutistico, imboccando una strada troppo trafficata (da sociologi, psicologi, tecnici dell'informazione, etc)
  • la tirannia del COSA sul COME, nel cinema, è indice di una cultura della reazione, genera l'involuzione del linguaggio ed è gradita al sistema (al sistema dell'arte, ovviamente).