Le scuole di pensiero interno alla redazione si dividono sull'uso della soggettiva: per alcuni, probabilmente meno coinvolti emotivamente dalle storie che vedono e capaci di uno sguardo assolutamente distaccato, essa è rivelatrice del linguaggio, ma gli episodi di The Blair Witch Project e Jack Folla dimostrerebbero il contrario e dunque l'abuso di soggettive soprattutto se hanno una pellicola ulteriore di finzione (l'uso di supporti video e di pellicole familiari rendono odiosi i dogmatici scandinavi per la loro palese truffa linguistica, ma nel caso dei due registi dell'operazione nelle foreste del Maryland accentua la sensazione che si sia registrato il vero, in quanto quelle forme di acquisizione della realtà sono dotate di un'aura di verità incontestabile) paradossalmente diventano veicolo di immedesimazione maggiore e di presunzione di realtà, quella che fortunatamente mancava nello squid di Strange Days, che non aveva intenzioni di spacciarsi come fondamento di vero, anzi era usato come fuga dal mondano contingente e che Marcello nel dibattito interno ha ben condensato dicendo che lo Squid andava un po' oltre la soggettiva, in quanto la premessa fantascientifica era proprio quella che diceva possibile la riproduzione di emozioni. Non si trattava solo di visioni, ma di "vissuto" nel "vero" senso della parola. Questo, se mancava nel film di Bigelow, mancava forse proprio perché lei è soprattutto "formalista" e meno "evocativa".