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FASSBINDER E CRONENBERG: DUE DIFFERENTI SGUARDI SULL'OMOSESSUALITA' E SUL DIVERSO COME REALE IN QUANTO ALTRO-DA-SE'

QUERELLE DE BREST
(Querelle,
Francia 1982, 106 min.)
Di: Reiner Werner Fassbinder
Con: Brad Davis, Jeanne Moreau, Franco Nero
Trama:Un marinaio omicida, Querelle, segreto oggetto del desiderio del suo capitano Sablon, si lascia andare a un calvario di esperienze attraverso cui spera di trovare una propria identità.

INSEPARABILI
( Dead Ringers, Canada 1988, 115 min.)
Di: David Cronenberg
Con: Jeremy Irons, Jeneviève Bujold
Trama: La vita dei due gemelli Beverly ed Elliot Mantle, famosi ginecologi che si dividono tutto, casa e amanti comprese, è sconvolta dall'incontro con Claire: Beverly si innamora follemente di lei, distruggendo a poco a poco se stesso e il fratello gemello.

E' difficile e forse pretenzioso voler confrontare due film così diversi tra di loro. "Querelle de Brest", ultimo film di Fassbinder, è forse uno dei più belli e meglio realizzati di tutta la storia del cinema, pur essendo passato in sordina e non avendo scardinato nessuna regola aurea del cinema mainstream. La pellicola di Cronenberg non riveste invece un'importanza rilevante, se non all'interno della sua 'politica d'autore', eppure le due opere convergono per diverse strade, pur divergendo poi in maniera sostanziale. Il rapporto tra due fratelli, l'autodistruzione e il rapporto con una donna sono i punti di convergenza tra i due film. Il rapporto di omosessualità (intesa etimologicamente come 'amore per lo stesso') nel suo svolgimento tra i due fratelli, la scelta libera o la necessità del calvario, l'importanza del dirompente rapporto con una donna o la sua incidenza pressoché nulla sono i diversi momenti dello scollamento tra le due opere. Vediamo di analizzarli con calma.

Querelle e suo fratello si odiano. Non si accorgono di essere simili, sono gli altri a dirglielo. E ciò perché ognuno dei due vede nell'altro ciò che non vuole essere e che invece è per natura (mortale: declinate questo termine poi come volete: senso di inferiorità nascosto da spavalderia, bisogno di essere amati da un altro - 'etairos' in greco, da cui il nostro eterosessuale- represso nell'omosessualità che diviene quindi odio per se stessi). Di qui la decisione di sottoporre se stesso e l'altro (il fratello e l'amante, interpretati non a caso dallo stesso attore), che in fondo è una declinazione del sé, al calvario e al supplizio, fino alla morte.

I fratelli Manltle sono invece identici sotto tutti i punti di vista, al punto che nessuno riesce a distinguerli. E i due approfittano di ciò per prolungare la propria esistenza, per annullarne la finitezza. Mentre Elly si consacra all'innovazione delle tecniche ginecologiche, Bev si dedica alla ricerca dei finanziamenti per l'istituto, si scopa le donne dei possibili finanziatori o le proprie clienti insoddisfatte, ritira premi per le scoperte del fratello. Un'osmosi perfetta, dunque. A rompere la quale giunge un'ospite (in)desiderata: l'attrice Claire Niveaux, che non può avere figli perché ha un utero trifido (una sfida alla scienza, anche a quella avanzatissima dei due fratelli!) e che per di più instaura una relazione 'seria' con Elly (che vuol tenerne al di fuori il fratello Bev). Ed è presto tragedia: decidere la separazione dal proprio doppio vuol dire la morte, ed infatti Elly perde il senno: si droga, costruisce 'strumenti ginecologici per donne mutanti' (il che rivela la natura simbolica di Claire: tutte le donne diventano mostruose, perché ci costringono ad allontanarci da noi stessi e da ciò che conosciamo con sicurezza), finisce con l'uccidere il fratello segnando così definitivamente l'apoteosi della propria follia. Claire (Jeneviève Bujold), la donna che non può avere figli e che di per sé costituisce un'anomalia, fino a divenire per i Mantle LA anomalia (l'interruzione della loro osmosi) è ciò che Jeanne Moreau non può essere per Querelle e suo fratello: in Fassbinder tutta la società è omosessuale (i marinai ed il loro capitano, i poliziotti, il tenutario del bordello che pure è sposato). Una società violenta, dunque, perché sa solo rispecchiarsi in se stessa e non lascia posto all'amore per ciò che è diverso (la donna), relegato dunque sullo sfondo ed impotente di fronte allo spettacolo di morte cui deve assistere.

E' forse questa una delle differenze fondamentali tra i due registi: lo 'sfondo', la 'società', per Fassbinder è importante quanto l'interiorità, anzi l'uno determina l'altra e viceversa, in un continuo rimando e in un reciproco influenzarsi. In Cronenberg, invece, l'accento è sempre puntato sull'individuo e sul suo precario equilibrio psichico: la società e il mondo esterno sono strumenti da utilizzare per i propri scopi, e quando l'equilibrio interiore si frattura (per necessità o per degli incidenti: tutta la filmografia di Cronenberg è costellata di questi eventi destabilizzanti) la realtà sparisce, viene manipolata dall'individuo che la sostituisce con le proprie visioni, per un bisogno di equilibrio interiore che è più forte di qualsiasi tentativo di adattamento (vedere anche 'Videodrome' e 'Il pasto nudo'). La realtà diviene quindi per i protagonisti delle pellicole del cineasta canadese qualcosa di più pericoloso delle ferite inferiori, perché percepita non come possibilità di guarigione, ma come qualcosa di ostile al proprio 'stato nascente'. Di qui la differenza col cinema di Fassbinder. Basta vedere la sofferenza sul viso di Jeanne Moreau, disposta a tutto pur di farsi accettare dagli uomini che desidera e da cui viene rifiutata, contrapposta alla freddezza della Bujold, che rimane muta al telefono pur sapendo che all'altro capo c'è un Elly ancora sconvolto dall'assassinio del fratello.

Giampaolo Galasi