4. Modernidad
(modernità)
Gli eroi del racconto si battono perché il teatro e con lui l'intera Boca, il territorio su cui insiste, non venga snaturato, svuotato, perché nessuno li renda vuoti involucri di ottima fattura colmi di nulla. Per farlo, trattandosi di fieri argentini si avvalgono della esibizione della dignità: il prodotto nazionale dei porteños viene saggiamente spettacolarizzato, sfruttando i mezzi del nemico, ma facendo attenzione a salvaguardare la propria anima, a non "consumare la cultura rapidamente come si fa con i prodotti televisivi" (ed infatti il film è lungo e rifiuta di adeguarsi alla scansione temporale del fenomeno televisivo perennemente uguale) e a riconoscere l'evento giusto per inserirvisi scardinando i progetti di inglobamento, cooptazione, dissanguamento del vampiro neoliberista. |
Certo permangono le denunce delle violenze poliziesche e anche il funerale di Pablo Velez, il ragazzo al cui assassinio efferato da parte di una pattuglia di poliziotti assistiamo bagnati di pioggia e di rabbia, percorre la Recoleta col passo del gambero, però la polizia reprime e uccide davvero e Radio Espera non può tacere, forse gli stilemi usati non sono evoluti rispetto alla controinformazione dei '70s, certo è un armamentario da noi purtroppo in disuso e non sostituito da quell'altra strenua resistenza degli attori che camminano nel verso giusto, nonostante tutto il resto della Nazione receda; l'importante è affiancare alla commozione proposte per avversare il mostro che fagocita più facilmente del Proceso Militar, perché la socialdemocrazia s'infiltra, è il nemico alla tua testa, che per annullare la carica eversiva di quei teli enormi eretti a delimitare lo spazio scenico e a documentare la sofferenza della vita teatrale è disposto a investire, collaborare, spostare, preparare ingerenze, rendere innocuo chi non è completamente allineato. |
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