C'è un bel rimando di colpe, nel finale di "La polveriera" ("E' colpa mia, voglio dirlo a tutti che è colpa mia" - "Di chi è la colpa? Domandatelo due volte!" - "Non è colpa mia!"). Una vittima designata, un istante prima carnefice, è appeso ad una rete, ed alle sue spalle la notte diventa giorno per via dell'esplosione. E davvero non è colpa sua (strano caso, il ragazzo è bosniaco): il vero ladro di automobili è fuggito. Ma che importa? Trovato un colpevole, si può sfondare un parabrezza, distruggere un appartamento, colpire a morte un amico col collo rotto di una bottiglia, spezzare ogni singolo osso di un poliziotto troppo preso nel suo ruolo. E intanto la notte continua a sbriciolarsi in una crudele e beffarda pantomima.

Gli americani, gli stessi che oggi sganciano bombe assai poco intelligenti su una nazione morente, hanno inventato Halloween. Forse un giretto a Belgrado gli farebbe capire che - spesso, troppo spesso - la realtà supera la fantasia.

 


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