¨Per tutto il tempo sono rimasto conscio in modo acuto della vicinanza di Lo e, parlando, ho gesticolato nell´oscurità misericordiosa, ed ho approfittato dei miei gesti invisibili per toccarle la mano, la spalla, e una ballerina di lana e tulle con la quale ella si trastullava, seguitando a ficcarmela in grembo; e infine, dopo avere completamente avvolto il mio luminoso tesoro in questa trama di carezze eteree, ho osato accarezzarle la gamba nuda lungo la peluria da uvaspina dello stinco, e ridacchiavo delle mie spiritosaggini, e tremavo, e celavo quei tremori, e una o due volte ho sentito con rapide labbra il tepore dei capelli di lei, dandole il piacere di un rapido, annusante, scherzoso ¨a parte¨ e accarezzando il suo giocattolo¨.
(Vladimir Nabokov, Lolita, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1959, pag.72, trad.it.di Bruno Oddera)