¨Strofinò un fiammifero, ma essendo ubriaco, o forse perché lo era il vento, la fiammella non illuminò lui, ma un´altra persona, un vegliardo, uno di quei clienti fissi dei vecchi alberghi... e la sua bianca sedia a dondolo. Nessuno parlò e l´oscurità tornò ad occupare il proprio posto. Poi udii il vecchione tossire e liberarsi di un muco sepolcrale¨.
(Vladimir Nabokov, Lolita, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1959, pag.196, trad.it.di Bruno Oddera)