Potrebbe essere uno spazio da cui si aprono vie di fuga
verso altri testi sugli zingari come "Tirnanog", "Gadjo Dilo",
"Un'anima divisa in due"....
"Sono tornato a raccontare i gitani perché è il solo popolo
che non cambia mai, che sfiora quella che noi chiamiamo civiltà senza
lasciarsene contaminare, i soli che mantengano intatta la loro storia, che vivano
nel presente la loro memoria, che tutti tentano di distruggere e che pure sempre
sopravvivono, che vivono nell'illegalità senza farsi corrompere, che
attraversano la miseria e la ricchezza con la stessa allegra indifferenza. Sono
eterni e indistruttibili come le comunità di insetti che seguono il disegno
arcano e geometricamente perfetto della loro specie. Sono l'ultimo popolo capace
di vivere immersi nei colori e nell'eccesso del kitsch."