Non assisteremo più ai Sogni del leggendario regista di Shicinin no Samurai, tanto occidentale da mettere in scena Shakespeare più volte senza tradirne lo spirito, né in Ran, né in Kumonosu-Jo, tanto nipponico da inventare Yojimbo, ecologista ante litteram nella figura di Dersu Uzala e fustigatore della spietata società giapponese già nelle regie degli anni '40s, eppure così legato alla propria cultura da far amare Rashômon a tutto il mondo, che non conosceva il romanzo di Akutagawa.

Ma vogliamo tornare ancora una volta a farci risucchiare nei suoi quadri, come egli immaginò di fare con I Corvi di Van Gogh: perciò abbiamo riesumato una pubblicazione del Gruppo Abele, editata nel 1992. In essa viene illustrato il nono sogno di Konna Yume Wo Mita (Sogni), quello che rimase sempre tale, perché costava troppo realizzarlo.