Alla dimensione diacronica testimoniata dalla scatolina (una volta riaperta, il legittimo autore della raccolta è in grado di commuoversi: l'improvvisa emersione del passato fa da ponte con il presente per preparare un futuro condizionato dal ricongiungimento con il se stesso di una volta), fa da contraltare la sincronia incarnata dalla voce off, che fin dall'inizio funge da cerniera per repertoriare personaggi e persino animali, disseminati nella stessa città, fotografati nel medesimo istante, seppur impegnati in occupazioni differenti.
«Il 3 settembre 1973, alle ore diciotto, ventotto minuti e trentadue secondi, una mosca, della famiglia dei Calliforidi, in grado di produrre 14.670 battiti d'ala al minuto, plana su Rue Saint-Vincent a Montmartre ... Nello stesso istante, in un ristorante all'aperto, a due passi dal Moulin de la Galette, il vento si insinua magicamente sotto una tovaglia, facendo ballare i bicchieri senza che nessuno se ne accorga ... In quell'istante, al quinto piano del 28 dell'Avenue Trudaine nel IX Arrondissements, Eugène Colère, al ritorno dal funerale del suo miglior amico Emile Magineau, ne cancella il nome dalla sua rubrica ... sempre nello stesso momento, uno spermatozoo con cromosoma X del signor Raphael Poulain si stacca dal plotone per raggiungere un ovulo della signora Poulain, nata Amandine Fouet ... Nove mesi dopo nasce Amélie Poulain.»
L'utilizzo della voce off finisce con il rappresentare una nota di originalità dal punto di vista della struttura, non tanto per fantomatici elementi di novità introdotti sul piano del linguaggio cinematografico, ma perché viene offerta come ulteriore elemento comunicativo in grado di collezionare varianti possibili di uno stesso istante. È una voce carica di conoscenza, si presuppone infatti possa essere onnisciente, ovvero avere il possesso dell'intera collezione dei fatti, rubricati nel medesimo istante. Carotando l'istante si ottiene una narrazione sincronica, seppur casuale, a differenza di quanto avviene nella storia della scatolina.