SHOEI IMAMURA,
Coscienza Critica del Giappone



Gli individui sublimati della coppia fisicità/evaporazione

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  • I personaggi scelti dal cineasta permettono inoltre allo spettatore di accompagnarli nei loro itinerari geografici, che vanno dal profondo nord del Giappone (ad esempio Akai Satsui), all'estremo sud (Kamigami no Fukaki Yokubo), oppure al di fuori (Kurayuki san, ces dames qui vont au loin, 1975, o in altri film televisivi riguardanti il problema dei soldati giapponesi rimasti nell'Asia del sud-est dopo la guerra). La predilezione del regista per il gusto regionale, le radici localiste, lo ha portato spesso ad usare il dialetto, sia che si soffermi ad illustrare la vita nei quartieri malfamati di divertimento dell'area di Kawachi a Osaka (Nusumareta Yokujo), sia che sposti le sue riprese nei villaggi contadini di provincia, nel centro di Tokyo o in isole tropicali (Nishi Ginza Ekimae).

    Akai Satsui,
    Desiderio d'omicidio, 1965



    Uomini.
    Analizzando altre sue opere si riscontra che l'uomo giapponese felice non solo vive ai margini della società industriale moderna, ma ha capito che in certe situazioni è necessario potersi "evaporare" (fenomeno conosciuto in Giappone con il termine johatsu), cioè scomparire senza lasciare traccia o suicidarsi. Questa tematica è l'oggetto del film Jinruigaku Nyumon (Introduzione all'antropologia, 1966), dove il protagonista, di professione pornografo, nell'epilogo parte alla deriva su una barca laboratorio in compagnia di una bambola sessuale da lui perfettamente assemblata; e soprattutto la si ritrova in una delle opere più personali dell'autore, Ningen Johatsu (Evaporazione dell'uomo, 1967). È un'inchiesta ricostruita sui verbali riguardanti le sparizioni di persone segnalate alla polizia, in cui il cineasta e la sua troupe fanno irruzione nel film, offrendo un audace esempio di cinéma-vérité, dove il documentarismo sembra tradurre le sfumature esistenziali della società labirinto del Giappone moderno.
    Nel corso di un'intervista Imamura dichiarò al critico giapponese Yamada Koichi di basare la sua poetica sul seguente fattore: "Sono interessato alla relazione che c'è tra la parte bassa del corpo umano e la parte bassa della struttura sociale, sulla quale si sostiene la realtà della vita quotidiana giapponese". Questo parallelismo, istituito fra il mondo basso e l'area del corpo umano sottostante la cintura, non va inteso come mera provocazione, poiché esprime il tentativo del regista di adeguare coerentemente la ricerca all'oggetto della sua indagine; inoltre la fisicità ed il sesso sono interpretati come risposte immediate al bisogno di scambio comunicativo primordiale ed inesauribile, che sembra agire i personaggi delle sue opere.

    Kamigami no fukaki Yokubo,
    Il profondo desiderio degli dei, 1968


    Donne.
    Le protagoniste femminili vengono raffigurate dal regista quali veicolo di questa comunicativa sessuale; esse sono uno specchio realistico delle condizioni delle masse, di cui rappresentano la vitalità e la resistenza. Per questi motivi apprezzano pienamente l'atto sessuale, a differenza degli uomini, ostacolati da qualche frangente esterno (in Nippon Koncuki il boy- friend perde un dente falso; in Fukushu Suru Wa Ware ni Ari il protettore è colto da un crampo al piede).
    Imamura dimostra in tutti i suoi film di saper intuire gli aspetti della femminilità giapponese, filtrati attraverso il rapporto creativo che lega la donna alla vita, ma è specialmente in Buta to Gunkan che il regista mette in pratica questa tesi socio-sessuale, affidando alla protagonista e all'uso del suo corpo l'arduo compito di intraprendere una liberazione dai tabù imposti dalla repressione degli istinti più naturali, anche se la molla che fa scaturire tale iniziativa resta il motivo contingente di riuscire a racimolare soldi. Il film (quinto lungometraggio che lo fece conoscere all'estero) è ambientato negli anni difficili del dopoguerra a Tokyo, dove l'occupazione americana ha provocato lo sfruttamento dei corpi in termini di prostituzione ed una nuova manipolazione del denaro, controllata dagli yakuza locali.