In treno si nota il primo di una serie di sguardi innocenti e curiosi rivolti al maschio che viaggia nello stesso scompartimento a sottolineare la differenza tra la sua naturalezza e l'intenzione del passeggero. Un'occhiata piena di spirito e di riso negli occhi: consapevolezza di sé e contemporanea incoscienza e curiosità per gli istinti erotici altrui. Infatti viene inserito a questo punto lo spezzone sullo spettacolo dal vivo e il cammeo del più giovane dei Rondolino: l'evocazione della famiglia ha un doppio significato, visti i guai passati da Fabrizio per il suo porno-libro e visto l'inconsapevole autodenuncia di consumatore distratto fatta dal personaggio interpretato da Rondolino junior.
Quando la chemio brucia non vuole testimoni: è l'unico momento in cui Nina non accetta lo sguardo su di sé, subito negato dall'esibizione del castello, a cui lei tiene per ribadire la propria supremazia ed il controllo sullo sguardo maschile. Infatti la reazione di Flavio le fa intendere che in lui alberga un sentimento; si può addirittura ribaltare il giudizio di certi pennivendoli: l'intento del film è profondamente moralista, una morale non predicatoria che discrimina tra desiderio di una persona e foia per un'immagine.