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In una sola inquadratura Carl Hoffmann interviene con la luce molteplici volte, aggiungendo pennellate di bianco che in certe zone si fanno materia spessa. La luce è sostanza, viva, pulsante, metafisico è il testo, la cornice oscura dello schermo che racchiude le immagini del mondo; persino le figure talvolta diventano trasparenti, l’unica fisicità consentita è quella della luce. Una porta, una finestra e soprattutto una parete ribadendo lo scontro tra oscurità e luce – tra Bene e Male, scienza e magia – assurgono a rappresentanti del mondo intero con infinite sfaccettature date dalle pieghe e increspature del bianco intenso che sbiadisce innaturalmente, come inghiottito dal buio in un movimento di espansione e contrazione dello spazio comprensivo di quella lotta metafisica. |