Scenario #1. La citta': Dark City.

Non esiste l'oceano davanti al quale fermarsi [come avviene ne I quattrocento colpi di Truffaut, e in tanto cinema, non ultimo quello di Ferreri], grazie al quale ottenere anche la sola coscienza del Limite. La Città è illimitata e al contempo finita, come una sfera vista bidimensionalmente, o anche come una sfera vista al cinema: la Città è un mondo-piatto/scacchiera su cui gli Strangers giocano un'infinita partita con le loro pedine di carne (sempre uguali, sempre diverse); ma la Città può anche essere un mondo-piatto/schermo su cui viene proiettato dagli stessi Strangers un infinito film (più precisamente, in questa fase dell'esperimento: con ambientazione Anni '40; e dunque, col rigore del cinefilo, si appellano agli stilemi visivi del cinema di quel tempo, il noir)

Scenario #2. La terra, ora: partendo dalla nostra realtà.

Nel nostro Mondo il limite c'è, ed è lo spazio infinito - lo Spazio cosmico, cioè la "nuova frontiera". Come a dire: il western cede il passo alla fantascienza.

In Dark City John apre due porte: una magrittiana sulla notte stellare (science fiction); l'altra, quella risolutiva, fordiana, che dà sulla Luce dell'orizzonte, della frontiera terrestre, del futuro (western; cfr. l'incipit di Sentieri Selvaggi, 1956). Il western ha la sua rivalsa sulla fantascienza perché implica la concretezza, la sfida possibile. Quindi l'umanità, la vita; e non poteva che essere così l'happy-end rosa confetto di Dark City (se happy doveva essere, ma poteva essere altrimenti il finale di un film già così cupo nel complesso?).