La tenebra post-catastrofica è ormai accademia, ma basterebbe vedere l'effetto che gli spot di luce riescono a ricavare, stagliandola sul buio dello sfondo, dalla pelle eburnea di Jennifer Connelly (già alle prese da ragazzina con altri Labirynth) o le ombre che solcano il volto nascosto dal cappello di Hurt, per rimanere affascinati da quel mondo di lampadine malaticce e giallognole, incapaci di illuminare l'intera "realtà" in cui si muovono personaggi, che sono tutti imparentati con il langhiano Mostro di Düsseldorf.