(idee non troppo confuse sul "realismo deformato")
La velocità impostaci dai ritmi segnati da Internet o dalla televisione produce quelle sequenze subliminali di Dark City in cui si consumano voracemente le immagini relative a memorie altrui, introiettando una memoria artificiale, che però rimane a livello superficiale. Manca una lunga digestione di qualsiasi stimolo proveniente delle migliaia di comuniczioni che ci raggiungono per rivelare il potenziale distruttivo che nascondono; la prima sensazione che lasciano è di desolata mancanza, riassunta dall'espressione dubbiosa di Hurt |