E chi cè in questa figura? Cè, il più delle volte, ma non sempre, un personaggio (non obbligatoriamente un protagonista) che, nel gorgo di vicende più o meno lineari, più o meno quotidiane, drammatiche o grottesche, si autoannulla o viene suicidato nel paesaggio. Da portatore di istanze narrative diventa, in maniera bivalente, soggetto di
A- interiorità (il paesaggio come riflesso del suo paesaggio dellanima); e
B- complemento del paesaggio stesso a beneficio di chi guarda. Interno/esterno; titolare di una soggettiva oppure elemento che ce la fa riconoscere come "falsa soggettiva". Una figura, dunque, in cui il personaggio si annulla nelle risorse creative e linguistiche dellautore, ma anche nella mdp, nel montaggio, nelluso dei diversi campi con corredo di uso del colore, della colonna sonora, della musica, di tutti i codici, insomma, più o meno specifici. Un momento di "stasi narrativa", che Bettetini individuava, per esempio, negli allargamenti di campo e su cui Kubrick ha costruito addirittura un intero film, il migliore, Barry Lyndon. Non che tutto ciò, naturalmente, sia una novità dal punto di vista della procedura stilistica: pensiamo solo allidentificazione autore/mdp in molto cinema moderno (dunque anni 60 per intenderci), per dirne una lAntonioni di Deserto rosso. Ma ho limpressione che, negli autori degli 80, questo fenomeno raggiunge livelli notevoli e che al tempo stesso la procedura ben si sposi a una marcata caratteristica di solitudine/impotenza dei personaggi.