Il cinema americano della New Wave degli anni ottanta nasconde gli individui dietro una fitta rete di implicazioni e di riferimenti culturali, che informano anche l'impianto dei film. In particolare i noir di Michael Oblowitz o la mancanza di intreccio e soprattutto di una collocazione in una situazione che denoti coordinate precise precedenti la vicenda nei primi film di Amos Poe, si reggono sull'assoluta assenza di motivazione dei personaggi, i quali infatti spesso interrompono dialoghi insignificanti (che scherniscono la funzione fatica volta ad ingannare l'impossibile comunicazione negata), cercando una legittimazione e inanellano a questo scopo lunghi racconti verbali di eventi fuori scena che dischiudono universi nichilisti, sconclusionati e disperati, filmati con lunghe inquadrature fisse senza tagli, nell'ossessione deglli spazi angusti di motel e case spoglie di Jarmush, estrema negazione della narrazione e del protagonista, mancanza esplicitata anche nei titoli: Susan Seidelman ammette di stare cercando Susan disperatamente: "Variety di Bette Gordon scivola spesso nel puro vagabondaggio visivo, alla ricerca di un soggetto che sembra continuamente sfuggirgli di mano". (Guido Chiesa)