Editoriale

Editoriale

5/2/2000
Il rogo dell'indifferenza

UN FILM che dichiara sin dal titolo il luogo d’origine (l’America) e la destinazione prescelta (la bellezza) può permettersi di generare un eroe affatto estraneo (ma solo in apparenza) alla cultura del successo: parliamo del Lester Burnham (cui presta il volto l’attore Kevin Spacey) visto in <American beauty>, personaggio di raro valore simbolico. Richiamandoci ad uno dei più lucidi indagatori del nostro tempo, Hans Magnus Enzensberger, possiamo riconoscere in Lester un "eroe della ritirata" e collocarlo a pieno titolo in una galleria contemporanea di ritratti: perché non è più uno degli eroi di pietra o di bronzo, Napoleone od Alessandro, icone della conquista e del trionfo.

Gli eroi della ritirata sono, secondo il filosofo tedesco, uomini di un genere nuovo che, anziché portare le insegne della vittoria, preferiscono rappresentare "la rinuncia, la demolizione, lo smantellamento". I modelli letterari di quest’eroe del Duemila potrebbero essere Bouvard e Pecuchet, i personaggi di Flaubert; ma non mancano, nella realtà, i piccoli e grandi artefici della smobilitazione.

E’ di questi giorni la notizia che il Sindaco di Roma ha rinunciato a celebrare un anniversario emblematico, quello della morte di Giordano Bruno; per ricordare il filosofo nolano, punto di riferimento di ogni spirito libero, l’assessore Borgna aveva mobilitato per tempo le energie migliori della scena creativa europea, con l’artista cosmopolita Jannis Kounellis a studiare un suggestivo progetto di installazione in Campo de’ Fiori, ove si consumò il rogo di Giordano Bruno; e il poeta Nanni Balestrini a lavorare col Teatro di Roma su una performance complessa ispirata alla vicenda storica. Ma arrivati al dunque, Sindaco e Assessore si eclissano nei meandri della burocrazia: il prossimo 17 febbraio, a Campo de’ Fiori, meglio una bella corona commemorativa.

Dopo 400 anni il pensiero laico subisce ancora il rogo dell’indifferenza; e Kounellis, che forse non ha ancora visto <American beauty>, dichiara risentito: "Questa è un'infiammante storia di non cultura". Invitiamo l’artista ad informarsi, ad adeguarsi allo stile del secolo: l’unico evento laico della stagione giubilare svanisce per mano non già di un ignorante, ma di un eroe della rinuncia.