Editoriale

Editoriale

24/6/2001
Sterminatori di pellicole. Il ritorno... (parte seconda)
(leggi la prima parte)

Scordatevi le Femmes FatalesUna lotta impari, davide contro Golia, e quest’ultimo ha perso solo quella volta biblica.
La vostra rassegna si è ridotta a una dozzina di titoli: finché si tratta di Lab80, Cineteca Nazionale, Griffith, Lucana, Cineteca del Friuli la competenza e la passione sopperiscono all’assenza dei titoli, ma se individuate sul librone Uicc un titolo in mano a un tycoon, indossate immediatamente la tuta e preparatevi a salassi telefonici. La vostra ricerca è un’indagine degna del miglior Hammett, ma la vostra interlocutrice non è una Femme fatale in una Dark Room, bensì una sudata telefonista impegnata a sopravvivere ad un lavoro che non le piace

La disattenzione per i potenziali clienti della lobbies delle case distributrici è pari solo all’ignobile regime di monopolio in cui agiscono. Non rispettano alcuna esigenza, non conoscono diritto alcuno, nemmeno quello feroce del mercato, perché tanto non potete rivolgervi a nessun’altra distribuzione se non quella da cui dipendete territorialmente e un film comprato da una distribuzione non potete noleggiarlo all’estero senza passare da chi lo ha comprato in Italia e magari non lo distribuisce, perché ha calcolato che non gli conviene; si permettono di tenere in giacenza film nuovi che fanno la muffa in attesa dell’home video o dell’oblio. Ma ancora di più è impossibile venire in possesso di film vecchi che giacciono in magazzini polverosi, perché gli inservienti preferiscono non uscire dalla routine degli automatismi di spedizioni e consegne. Uscire dal comodo invio di un fax per avvallare la concessione al noleggio di un film pronto nella sede decentrata è una pratica capace di esaurire qualsiasi energia dell’impiegato mosso da zero passione cinefila: non aspettatevi che Lucernoni Simona sia eccitata dal titolo che voi nel fax (inviato al 06.33084251) avete religiosamente elencato in italiano e per rispetto - tra parentesi - in originale, corredato delle informazioni su regista e anno. La commessa del supermercato viene travolta da un orgasmo di fronte a un codice a barre? No, ovviamente. Ecco, neanche Lucernoni Simona di fronte a Nightfall (L’alibi sotto la neve, Tourneur, 1956).

Neanche Orson Welles riuscirebbe a convincere una addetta commerciale di una casa distributrice che lui era un genio

In realtà prima di arrivare a Lucernoni Simona dovrete spiegare ad almeno tre cortesi impiegati della Columbia Tristar che siete costretti a rivolgervi alla sede di Roma, perché avete già contattato il borioso, arrogante e prepotente distributore di Torino, e dopo aver tergiversato un po’ egli ha opposto un netto rifiuto: se ne lava le mani. (E lo fa con enorme soddisfazione perché i cineclub sono fastidiosi, non usano programmisti, lo costringono a spedire qualche fax. Li ha già puniti imponendo prezzi da strozzino, come tutti i suoi colleghi che ai cineclub - senza scopi di lucro, gli stupidi - chiedono £ 400.000 in media per la proiezione di un film. Prendere o lasciare. E dovete sforzarvi per impedire che la tuta indossi un cappellaccio e prenda in prestito la voce dell'infernale Quinlain, che lo minaccia di procurargli un incidente.)

Il cravattaro vi rivela alla fine che la Columbia sede centrale di Roma ha avocato a sé ogni noleggio successivo al 31 luglio, quindi lui se ne frega. Purtroppo i solerti impiegati della Columbia non lo sanno (no, che lui se ne frega lo sanno, quello che ignorano è che dovranno curare le distribuzioni per il Piemonte dalle ferie in poi). E quindi dovete spiegarlo al primo filtro che è il centralino (06-330841), poi ad uno sconosciuto che è l’unico poveraccio presente prima delle 9,30 e che vi rimanda a La donna fantasma (non sapendo che Woolrich è soggetto a embargo e il film di Siodmak è dunque introvabile) dell’ufficio apposito, non prima di avervi detto scettico, che forse non si è ancora manifestata. Infatti il collega della Donna del ritratto riesce a fare un tono stupito intorno alle 10.30, raccontando che non è ancora arrivata. "Riprovi più tardi" (Sorry wrong number, ma anche Litvak deve aver criptato il numero, perché nessuno trova il mitico e invisibile film). Il giorno precedente vi eravate premuniti con l’invio di un fax, l’ufficialità burocratica era salva, vi illudevate.

Lucernoni Simona, un nome di fantasia - come dicevamo - che si attaglia al personaggio falsamente sollecito, dedito a procrastinare, ritardare, irretire nella tela di ragno, risponde alle 11 e lo fa ripetendo il cliché, come gli altri: "Deve rivolgersi alla distribuzione locale": soliti cinque minuti di spiegazione e Il terrore corre sul filo quando finalmente comprende e vi chiede di spedire un fax. La tuta ha la chiara percezione di essere presa per il culo e ha il sopravvento: non riconoscete più la vostra voce metallica che pronuncia laconica: "Già fatto". Incapace di cogliere le sfumature (mica ha mai visto un film noir la vostra droghiera e nemmeno Lucernoni Simona) e quindi convinta di parlare con la persona urbana che chiedeva umilmente un’informazione per poter completare il programma in tempi utili, risponde con quella che crede prontezza e invece è improntitudine inquisitoria: "Ma a che numero?", disarmate la tuta e cercate di aggirare l’ostacolo e vi fate dare il "suo" numero di fax: 06-33084248. "Grazie". Click.

La trafila si ripete due giorni dopo, non avendo ricevuto alcuna risposta, né via e-mail, né via fax, né con un piccione viaggiatore. L’irritazione è immediata, quando riprendete a percorrere il Dark Passage (manco a dirlo, desaparecido), e alla fine del film di Daves e della faticosa spiegazione del motivo per cui vi serve sapere se Nightfall è noleggiabile, per poter rispettare i tempi grafici di stampa del programma, Lucernoni Simona vi dice che non ha ancora preso in mano il fax. La tuta è furibonda, ma gelida, tagliente come Bogey in Have and have not interrompe: "Bellezza, devo solo sapere se c’è. [qui uno schiocco di labbra che renderebbe riconoscibile Bogey anche a un bambino, ma non alla commessa e quindi nemmeno a Lucernoni Simona] Dai uno sguardo al tuo schermo, sento da qui che è in funzione. E dammi una risposta". Irremovibile, la burocrate non riconosce la voce e dà appuntamento per l’indomani, riponendo la cornetta.

Si scatena l’Odio implacabile (per fortuna ogni tanto esce dalla cineteca Nazionale o dalla Griffith), pensate a come fargliela pagare, ma non avete modo di sfogarlo, la tuta vi proietta in una parodia di Delitto per delitto, in cui sognate di incontrare in treno un suo parente che vi assolda per ucciderla.

Non è più tempo di eroi votati alla sconfitta. Questa è avvenuta

Avete modo di rispolverare tutto il repertorio del film noir a memoria (o in video: in pellicola non è rimasto più nulla), perché ogni giorno rimanda, finché la tuta nei panni di Mitchum-Marlowe le impone di dare un responso perché il pomeriggio stesso è la scadenza ultima per il grafico. Lucernoni Simona tergiversa ancora, riesce a prendere ulteriore tempo e si accinge nel primo pomeriggio a una ricerca che le prende circa trenta secondi per sancire la sparizione anche dell’Alibi sotto la neve dall’elenco di pellicole noleggiabili, ma ormai è troppo tardi. I programmi sono già in stampa. Lo sostituiremo con uno snuff movie, dove il protagonista è il cinema noir torturato dai distributori.

Non rimane che andare a vedere cosa si nasconde alla cima di questa scala