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T.A. - Tuta Antivaccate
immersioni spericolate nel ridicolo

L'ultimo Muccino in conferenza stampa

Prodotto da Fandango e distribuito da Berlusca: promette bene la conferenza stampa in occasione del nuovo manufatto di Muccino. Ci sembra un valido banco di prova per la nostra tuta antivaccate nuova di trinca: dopo Come te nessuno mai si passa a L'Ultimo bacio, e già il lavoro di chi sceglie i titoli preme sul lattice della nostra tuta, roba da Fred Bongusto e rotonde sul mare. Ma riusciamo a superare indenni il fastidio.
La prima bordata arriva con le parole del regista: "Scrivere il soggetto è stata la fase più delicata - e già cominciamo a sentire le vibrazioni che segnalano turbolenze nella tuta causate da non meglio precisate banalità -. Era un lavoro razionale e difficile, ad un certo punto stavo per mollare tutto, ci sono voluti circa sei mesi per mettere assieme la storia, gli intrecci che poi hanno finalmente funzionato". Ora, possiamo capire che ricavare un testo da Wittgenstein per Muccino potrebbe essere arduo (e già solo a questo pensiero la tuta ha cominciato a contrarsi fino a spingere sul diaframma come a segnalare che stavamo rischiando l'anatema per manifesta blasfemia), ma una storia di trentenni italiani con la paura di crescere, a parte l'assenza totale di novità intrinseca, può raggiungere indici di difficoltà non superiori a quelli quotidianamente affrontati con successo nella scuola primaria post-berlingueriana. La tuta ha poi avuto un sussulto, per fortuna rientrato prontamente, a sentire la suprema vaccata relativa ai tempi biblici per realizzare un'accozzaglia di luoghi comuni ombelicali. E infatti proprio lì si accanisce a vellicare la tuta quando Muccino attacca: "Non è autobiografico anche se sento Carlo e Giulia e tutti gli altri molto vicini, sono l'universo che mi ha accompagnato in questi anni, le coppie felicemente insieme e quelle inevitabilmente scoppiate". L'ombelico in fiamme, riesco a contenere l'accanimento della tuta concentrandomi intensamente sul primo commento spontaneo che sorge: "E chi se ne frega?"
Proseguiamo con tutti i livelli nella tuta sopra alla soglia di attenzione e affrontiamo il secondo luogo comune del cinema cacucciano (ma non è detto che perché a lui è andata bene, tutti trovano il loro Messico): la fuga. Un enorme punto esclamativo sul display della tuta ci avverte che sono tutti cazzi nostri se ci inoltriamo oltre; ma noi abbiamo una missione da compiere e sprezzanti del pericolo come i volontari nell'uranio depleted ci esponiamo a questa sublime descrizione dei caratteri: "Tutti i personaggi sono mossi da sentimenti contrastanti, si trovano alle prese con la fatica del vivere, nessuno è pacificato con se stesso. [La tuta sembra sghignazzare dall'interno del tessuto, ma il tentativo di effettuare una crasi pavesiana tra il mestiere di vivere e la fatica che comporta rende la temperatura all'interno intollerabile e ci risulta difficile essere pacificati soprattutto con Muccino. Siamo costretti ad aprire qualche zip, ma questo ci espone alla dialettica dell'autore] Tutti sentono questa inquietudine, questa irrequietezza e questa smania di non voler fare un passo definitivo". La sindrome di Peter Pan ha colpito ancora una volta e per fortuna la tuta era programmata per aumentare la dose di protezione quando si riconoscevano i primi sintomi, già correlati dal programmatore con la paura delle figure femminili forti e decise che impauriscono , ma aiutano i maschietti italici, sennò la prima uscita della tuta antivaccate sarebbe miseramente fallita al primo grande scontro con l'impero delle cazzate.
Ma subdolamente Muccino aveva in serbo un orripilante arma segreta: l'appagamento narcotizzante. A questo non eravamo preparati, la tuta ha cominciato a rilasciare liquami e a sciogliersi come nell'acido sulla chiosa trionfante del regista soddisfatto: "È difficile riconoscere la propria felicità, non fare male a quelli che ci stanno vicini, accettare l'appagamento e la normalità nelle cose che tutti viviamo. Spesso finiamo col distruggere i nostri rapporti di coppia, proprio per sentirci ancora vivi, per rifiutare di crescere"
AAAAAARGGGHH!!!!!!
La prossima tuta verrà provata direttamente su Stefano "maxibon" Accorsi, così non perderemo nulla se per un malaugurato caso di dispersione di radiazioni non dovesse reggere a queste vaccate.