Gli Spostati - Libri e cinema

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Gli ultimi tre giorni di Alberto Sordi
4. Giacinto Colonna
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liberamente tratto da
Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa
di Antonio Tabucchi

                                                                                              24 febbraio 2003

 

1.. - Giacinto Colonna si affaccia per terzo.
Sordi sentì bussare alla porta e disse: avanti.
La porta si socchiuse, ma nessuno entrò. Posso entrare?, chiese una voce tremula.
Prego, disse Sordi, avanti.
Un uomo si affacciò alla porta e la richiuse con delicatezza dietro di sé. Sordi non lo riconobbe e chiese: lei chi è, di grazia? Sono Giacinto Colonna, rispose l'uomo avanzando nella stanza, sono tornato ancora una volta dalla mia immersione nel lavoro, da quel paese di "lavoratori, prrrr" che per lei fu sempre alieno come il disco volante che le fece incrociare Tinto Brass.
Sono tanti anni che non ci vediamo, disse Sordi, troppi anni, mi scusi, ma lei è cambiato molto, non la riconosco più. Già, come io non riconoscevo il mondo durante la mia prima vacanza, che lei ha voluto infarcire di luoghi comuni, indicando a noi paria il nostro vero posto, rintuzzando tutte le nostre ambizioni, per evitare che ci liberassimo dal lavoro; si è applicato a schiacciarci nella assenza di riscatto, irridendoci nella nostra voglia di scoprire il mondo e rilasciando la sentenza: il nostro mondo era separato dall'altro, dove il lavoro era una possibilità remota e quindi non potevamo capire le nuove forme di vacanza prima (come i nostri fruttaroli Romolo e Augusta Proietti) e di cinema poi, universi a noi preclusi nella vostra concezione grottescamente classista.
E allora?, chiese Sordi.
Allora, beh, rispose Giacinto Colonna, volevo dirle questo, volevo svelarle il mio segreto, sa, io ho vissuto una vita da stoico anche se a Civitavecchia.
La vita da stoici si può vivere da qualsiasi parte, rispose Sordi.
Intreccio corone di fiori, disse Giacinto Colonna.
Cosa significa?, chiese Sordi.
Questo, rispose Giacinto Colonna, ora intreccio corone di fiori per il suo viaggio, per quando ci rivedremo dopo aver passato il gelido Stige.
Accetto la sua ideale corona di fiori, rispose Sordi, non sono mai venuto a trovarla a Civitavecchia perché per principio non ho mai abbandonato Roma.