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reportage da festival ed eventi, interviste e incontri
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Mostra del Cinema di Venezia 2002

Diario:
29-31 agosto
1-3 settembre

4-8 settembre
Sono i giorni della politica e i giorni del tormentone sui premi. I secondi non ci hanno mai interessato più di tanto. Comprensibile la dissociazione della rivista Filmcritica che decide all'unanimità dei collaboratori qui presenti di non dare il premio Filmcritica-Bastone Bianco "in segno di profondo disagio e di dissenso nei confronti del presente clima politico, che si rispecchia programmaticamente nell'attuale dissesto culturale della Biennale", per il resto è un fioccare di premi a destra e a sinistra. La politica -non la politica che non dovrebbe esser lasciata ai politici, come dice Ken Loach - sembra affiorare prepotentemente in due film: 11'09''01 September 11 opera collettiva che ha attirato la curiosità del pubblico, che è rimasto fuori, per posti esauriti, alla proiezione in sala grande (naturalmente sono fioccate le solite proteste contro la direzione del festival), e il secondo, Clown in Kabul di Enzo Balestrieri e Stefano Moser con protagonista Patch Adams, il famoso medico clown insieme al gruppo di altri clown in missione in Afghanistan. Nel film c'è anche Gino Strada, medico di Emergency. I protagonisti sono intervenuti alla proiezione al Palagalileo di sabato e dopo hanno ballato e cantato. Patch Adams e Gino Strada alla fine del film hanno parlato ad un pubblico non foltissimo ma sinceramente commosso per le immagini choc. Speriamo bene che il film, distribuito da Mikado, giri in molte città d'Italia e speriamo anche che sia colto dal pubblico l'invito (che peraltro Adams ha fatto qui a Venezia in continuazione) a partecipare perché si riducano gli orrori dei quali perversamente siamo responsabili tutti. Adams ha detto che, se lo volessimo, potremmo mandare facilmente a casa, con la forza di un dissenso collettivo mondiale, Bush e chiunque altro si permetta di lanciare le bombe in nome di guerre umanitarie o altre cazzate del genere.
Il film sull'attentato alle Torri ha acceso le discussioni di quanti ricordavano le accoglienze ostili negli Stati Uniti, il magazine statunitense "Variety" infatti ne ha parlato male. I registi coinvolti raccontano soprattutto l'altro punto di vista. Ouedraogo, che firma il quinto episodio del film, riesce con una piccola idea geniale a farci cogliere il livello surreale di diseguaglianza tra paesi ricchi e poveri. Alcuni bambini di un villaggio in Burkina Faso hanno visto Osama Bin Laden, tentano di seguirlo e catturarlo per la taglia di 15 milioni di dollari. Quando si siedono per calcolare sulla sabbia il controvalore nella moneta locale di quei 15 milioni, si arrendono: "è una cifra incalcolabile". E si arrendono anche a comprendere cosa realmente può farci con quella somma iperbolica qualunque persona sana di testa.

Andrea Caramanna


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6 settembre 2002

Accorsi, Kitano, Morante, Placido

31 agosto: Primi fuochi
3 settembre: Road to perdition e altri volti


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