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reportage da festival ed eventi, interviste e incontri
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Diario 1-3 settembre
Quei poveracci che sono qui dall'inizio (me compreso) oramai si aggirano come zombies, il che potrebbe essere sfruttato per un ottimo film horror. Le location ci sono. Gli antri bui delle sale con i loro ingressi che nessuno indovina trasformandosi in angosciosi labirinti. La scalinata del casinò, pericolosa per chi la percorre a zig zag perché vi siedono tutti. Anche se non si capisce bene il fascino della pietra dura dei gradini sotto il cul (pardon) sole che picchia e quasi trenta gradi (l'estate ci ricorda che non è ancora finita). Nel borsino che segnala cosa è in e cosa out mi permetto di segnalare come "in" i divani del terzo piano al Casinò. Sono comodissimi, qualcuno riesce a dormirci indisturbato mentre intorno è un brulicare di attività: chi scrive a mano, chi con il portatile, chi fa interviste, alcuni leggono, altri si chiedono se la propria schiena resisterà i prossimi giorni.
Mentre l'energia elettrica sembra aver cessato gli scherzi di black out dei giorni scorsi, i fischi e gli applausi alle proiezioni sembrano sempre più confusi. La lucidità viene meno, alcuni commenti fanno correre i brividi, come quello che ho sentito da una ragazza che parlava al cellulare e diceva che a lei il film di Bodrov era piaciuto, non capiva perché era stato fischiato. In effetti su Il bacio dell'orso sicuramente glisseremo, per la totale aria di non necessità del film. Le scene con l'orso non somigliano a quelle di Annaud, ma a un vecchio porno, Ramba sfida la bestia. Far recitare gli animali è quasi impossibile, figuriamoci farli diventare degli amanti. I nudi finalmente sono arrivati con il film Nudi (appunto) di Doris Dorrie, la quale in confronto a Ken Park di Larry Clark sembra un'educanda uscita dal ritiro spirituale. Il gioco di coppie che si spogliano per stabilire se i partner possono riconoscersi solo al tatto è semplicemente ridicolo. Organi genitali a go go e qualcosa di più in Ken Park, dove si vedono fellatio, pompini, giochi sadomaso, piccole orge a tre.
Chiudiamo questo contributo con il tormentone del film di mezzanotte. La buona volontà dello spettatore c'è sempre, ma per non sentire russare buona metà del pubblico sarebbe meglio offrire dei caffè agli ingressi delle sale, sicuramente per Ten minutes older: The Cello il film collettivo firmato anche da Jean-Luc Godard molto meno per il buon Clint Eastwood con Blood Work.

Andrea Caramanna