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55ª Mostra Internazionale del Cinema
di Venezia
Alle recensioni

Kurosawa once again
Lunedì 7 settembre, Venezia

Come prevedevo (ma non era difficile) i biglietti per la proiezione di Rashomon in Sala Volpi risultano già finiti alle 14:00, tanto che è stata decisa un'altra proiezione, stavolta di "Madadayo", per mercoledì 9. Ma ahimé, il lupo perde il pelo ma non il vizio: di nuovo in sala Volpi.
Nel frattempo, apprendo che gli accrediti culturali continuano ad essere trattati come i paria della Mostra: per la proiezione del film "The Opposite of Sex" alle 14,45 in sala Perla sembrerebbe fossero stati riservati 5 dico 5 posti per la sig.na Cucinotta e le sue guardie del corpo. Inutile dire che la Cucinotta non fa parte del cast del film o che la Sala Perla, decisamente poco capiente, è già stata luogo di atroci polemiche, vero?
Intanto, il solito effervescente Ippoliti ha organizzato una marcia pacifica per martedì 8 alle 14:00 il cui scopo sarebbe una proiezione straordinaria di "Train de vie", ad oggi il film considerato come il più bello proiettato in questi giorni. Inoltre, sempre Ippoliti raccoglie testimonianze scritte sulla falsità dei sei minuti di applausi in onore del film di D'Alatri "I giardini dell'Eden" raccontati da qualche giornalista che forse si era addormentato un po' prima dei titoli di coda.
Per fortuna ci sono sempre e comunque i film che ci distraggono da questi aneddoti più o meno divertenti: il primo della mia giornata è "Lautrec", onesta biografia di uno dei miei pittori preferiti, quell'Enry de Tolouse Lautrec ritrattista e caricaturista che tanto fece indignare la Parigi degli Impressionisti. E prosegue con un'altra biografia, l'ennesima sulla regina Elisabetta d'Inghiterra. Un altro film onesto e ben fatto, ma comincio a sbadigliare per la voglia di vedere qualcosa di davvero indimenticabile. Per fortuna al Palalido ci offrono il Nescafé e per fortuna il film successivo, "La nube" di Fernando Solanas è splendido, a dir poco. Nel toto-Leone balza a pari merito con "Conte d'automne", ma per me il film di Solanas è davvero un gradino sopra. Di quei film talmente belli e significativi che riescono a farti dimenticare i tanti, troppi disagi.
Dopo cena, impossibilitata a godermi il capolavoro di Kurosawa su grande schermo, mi avvio di nuovo verso il Palalido (da oggi si son decisi a far entrare anche gli accrediti culturali dopo gli accrediti stampa, potevano pensarci prima dato che in più di un'occasione ho visto film in una sala semi-vuota) per vedere "Tràfico" del portoghese Botelho: un film pasticciato, demenziale con pretese intellettualistiche, con troppa voglia di citare i grandi, da Bunuel a Greenaway. Decisamente insufficiente. Finisce il film, si va a dormire, e minaccia di nuovo di piovere...

Federica Arnolfo


 

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