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55ª Mostra Internazionale del Cinema
di Venezia
Alle recensioni

Vita da Lido
venerdì 4 - sabato 5 settembre, Venezia

Tra gaffe di giornalisti durante le conferenze stampa, i cioccolatini e il Nescafé offerti al Palalido, la pioggia e l'immancabile Ippoliti, continua il nostro vagabondare nei luoghi della 55a Mostra del cinema di Venezia. La mattina di ieri è iniziata bene, con la visione in Sala Grande del film di Spike Lee, "He Got game", un'interessante visita nel mondo del basket. Meno male che ci sono i film, dice qualcuno, che ci fan dimenticare la tanta, troppa disorganizzazione.
Nulla di nuovo sotto il sole, anche se alcune cose sono così assurde che è meglio riderci sopra. Cominciamo con gli accrediti, costati a tutti, stampa compresa, 50.000 lire: delle belle tessere dotate di bella striscia magnetica che però non vengono inserite in nessuna macchinetta, e allora ci si chiede il perché della striscia magnetica. Poi si viene a sapere che il marchio della SIAE apposto sulla tessera ne impedisce il passaggio nelle macchinette e quindi fatica e soldi (i nostri, naturalmente) sprecati. Poi, l'audio: quello di alcuni film è insopportabilmente alto, in altri poi (è capitato durante la proiezione per la stampa del film "Rounders" di John Dahl) scompare per una decina di minuti. A seguire, file assurde e (spesso) incomprensibili, dovute a scelte assolutamente miopi: la proiezione del film di Spielberg destinata ad accrediti culturali e priofessionali era programmata per ieri sera in una delle sale più piccole del Lido, la sala Perla del Casinò.. Ovviamente non tutti sono riusciti ad entrare, ovviamente le proteste si son sprecate, e l'organizzazione cosa ha pensato di fare? Di dare una proiezione in più ... nella saletta Volpi, che conterà sì e no 100 posti! Il simpatico Ippoliti ci sguazza su queste cose, e ieri pomeriggio nell'attesa del film delle 15:00 mi ci sono fermata a chiacchierare molto volentieri. Per ora il film votato come più brutto è quello della Archibugi.
Secondo film della giornata, il brasiliano "Kenoma", bello e solare, una storia intensa di un uomo che per anni cerca di costruire un mulino e non ci riesce: e contro di sé ha non solo la natura ma tutto il suo villaggio, finché non compare un uomo di un altro paese ad aiutarlo. E' mia ferma opinione che film come questo facciano proprio bene a chi ama il cinema ma non può evitare di avere gli occhi costantemente pieni di immagini a stelle e strisce... Poi c'è la proiezione per la stampa del bel film di John Dahl "Rounders", con Matt Damon, che stamattina era presente al Lido con estrema gioia di un nugolo di fan perlopiù femminili che gli han dato l'assalto.
Dopo cena (quest'anno c'è ancora il self service accanto al Casinò, ma mi pare che i prezzi siano un po' più alti) mi avvio verso il Palazzo del cinema per chiedere se mi fanno entrare alla proiezione per il pubblico del tedesco "Lola rennt", che non ero riuscita a vedere la mattina prima. Mi dicono sì, salvo poi rimangiarsi tutto, afferro al volo la bicicletta e corro verso il Palalido per vedere "Voleur de vie". Il film è già iniziato, ma per fortuna mi fanno entrare.
Stamattina, bagnata fin nel midollo mi rintano nel Palalido e mi vedo due film a fila, "Speak like a child", difficile film inglese su tre ragazzi orfani (due ragazzi ed una ragazza) legati in modo pericolosamente morboso, e "Train de vie", divertentissima parodia del nazismo che strappa molte risate ma, ahimé, il retrogusto è assai amaro. E' bello che al cinema si sia iniziato a ridere su una delle pagine più nere della nostra storia recente: è un modo per esorcizzare tanto la paura quanto il dolore.
E per fortuna ha smesso di piovere.

Federica Arnolfo


 

 

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