Festival Internazionale Cinema Giovani

Recensioni

18/11/1997
¡Qué viva México!
REDES/PESCADOS
di Emilio Gómez Muriel e Fred Zinnemann
Mexico 1934

Durata: 65 minuti.

Soggetto:Agustín Velásquez Chávez. Sceneggiatura:Emilio Gómez Muriel e Fred Zinnemann, Henwar Rodakiewicz. Fotografia: Paul Strand. Montaggio: Emilio Gómez Muriel, Gunther Von Fritsch. Musica: Silvestre Revueltas. Suono: Rodriguez Hermanos. Interpreti: Silvio Hernández, David Valle Gonzáles, Rafael Hinojosa.

In poco più di un´ora sono concentrate tutte le lotte del secolo per l´emancipazione dei lavoratori dalle vessazioni e dai ricatti padronali dell´intero pianeta: ogni meccanismo innescato per mantenere in stato di schiavitù il proletariato, sfruttandolo viene evidenziato nella prima parte, utilizzando una drammatizzazione di chiaro stampo sovietico, con il caso personale tragico, ma che prelude alla presa di coscienza dell´eroe-vittima da rendere paradigma e motivo di coesione, facendo partecipare emotivamente lo spettatore al caso individuale.

In sparuti tratteggi si punta il dito contro lo squallido fantoccio demagogo, che serve il padrone, provocando, dividendo e organizzando squadracce, orientando le forze di polizia, addirittura uccidendo in prima persona: il prototipo del fascismo e la motivazione della sua nascita vengono riportate ad un livello di affabulazione comprensibile da tutti. Non si può non essere schierati, tuttavia non si possono rilevare anche certi spunti di polemica verso le ribellioni definite dannose, come quella pseudo luddista del vecchio nichilista. Di nuovo la mania terzinternazionalista di volersi appropriare di ogni forma di contrapposizione al potere dei capitalisti fa capolino. (Il linguaggio desueto e anacronistico di questa recensione si attaglia alla materia).

La carica della pellicola è riposta nel fatto che nonostante gli evidenti debiti pagati all´esperienza formalista russa (le braccia alzate coi pugni protesi non nel saluto, ma come richiesta di azione), riesce a non essere infarcito di vuota retorica e mostrare gesti e sforzi di unità ¨sindacale¨ che provengono da esigenze di base e non sono catalizzati o indotti da funzionari esterni; l´assunzione di responsabilità e le iniziative di lotta provengono dai lavoratori stessi, sobillati da quello che decide per primo di averne abbastanza e la decisione ci viene prospettata attraverso risvolti e successive tappe graduali, eppure non stiracchiate. Infatti il film si conclude con un crescendo di eventi incalzanti, come la musica che evoca la risacca e quell´ultima onda che s´infrange possente sulla spiaggia; una similitudine degna del montaggio delle attrazioni di Ejzenstejn la pone a confronto con le prue che puntano la loro rabbia contro le case coloniche dei ricchi accaparratori, che monopolizzano il mercato.

Gli obbiettivi erano dati (riscattare barche, reti, ghiaccio), le forme di lotta si erano già profilate, ... Dove abbiamo sbaglliato?

Adriano Boano


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