Festival Internazionale Cinema Giovani

Recensioni
Annotazioni sospese nel tempo "reale" del Festival

Lungometraggi in Concorso
Gravesend
di Salvatore Stabile
Usa 1997

35mm. 85´, col.

Non è certo l'ultimo arrivato, Sal Stabile. Presentato da Oliver Stone, ingaggiato da Steven Spielberg (così recita il programma del Festival), debitore di Scorsese, Tarantino, Cassavetes. Un curriculum quasi fastidioso. Eppure Gravesend, esordio a 35 mm di Stabile, colpisce nello stomaco, come pochi film americani. Come in molte opere prime, non presenta un plot particolarmente innovativo. Non è nemmeno una novità la Brooklyn che impressiona questa pellicola notturna: viene naturale pensare a Mean Streets, a Gloria. A me ha ricordato anche Driller Killer di Ferrara. Il punto è questo: guardando Gravesend, si ha l'impressione che a Brooklyn tutto sia rimasto come ai tempi di Coney Island Baby di Lou Reed, o di Saturday Night Fever. Solo che, per Stabile, non c'è più nessuna speranza.

La chiave del fascino di questo film non è il citazionismo, malattia che non colpisce Stabile se non in alcuni momenti (dialoghi à la Reservoir Dogs, la situazione generale che ricorda molto Pulp Fiction).

Piuttosto, è il modo di girare e di montare dei suoi succitati maestri che viene da Stabile assimilato, digerito e riprodotto in modo a mio avviso molto originale. Certo, può essere vista come un'operazione di rilettura di stilemi classici, ma almeno si va a rileggere un Cassavetes, che non è da poco nel panorama odierno (non c'è riuscito nemmeno il figlio legittimo con She's So Lovely)!

Si tratta soprattutto di un particolare atteggiamento della macchina da presa, il modo di stare addosso ai personaggi, a Zane, Chicken, Mike e Ray, che viaggiano tutta la notte col cadavere del fratello di Ray nel bagagliaio. Già sentita, vero? Eppure, tra una tappa e l'altra nell'inferno di Gravesend (vero nome, pare, del quartiere di Coney Island) si sviluppano risse, rapine, momenti di suspence, di commedia. Scorsese ritorna nel modo in cui la storia viene narrata (voce off di Stabile che racconta la storia dei suoi 4 amici dedicando ad ognuno di loro un flashback in b/n). La notte finirà malissimo, e questo Stabile lo lascia presagire fin dalle prime inquadrature. Ad ogni modo, un film da vedere: chi ha amato Sleepers (film dalle tematiche in certo modo simili) non amerà Gravesend, sporco, notturno e molto poco hollywoodiano. Stabile incontra il pubblico venerdì 21 alle 12 presso il Palafestival.

Pietro Izzo


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