Festival Internazionale Cinema Giovani

Recensioni
Annotazioni sospese nel tempo "reale" del Festival

Proposte
La morte ha fatto l´uovo
di Giulio Questi
Italia 1964

Soggetto e Sceneggiatura: Giulio Questi e Franco Arcalli. Fotografia: Dario Di Palma. Scenografia: Sergio Canevari. Montaggio: Franco Kim Arcalli. Musica: Bruno Maderna. Interpreti: Gina Lollobrigida, Jean Luis Trintignant, Ewa Aulin, Jean Sobiesky, Renato Romano. Produzione: Franca Marras per Summa Cinematografica, Cine Azimut, Les Films Corona.Distribuzione: Euro Intern.

L´insegnamento surrealista si evolve in gusto pop a partire dalla macro dell´interno dell´uovo sui titoli di testa, per proseguire con i cartelloni ossessivi della pubblicità.
Della ricerca ´60s risulta evidente lo studio sulla fotografia: dapprima i tre protagonisti si fotografano nel laboratorio, per poter discutere poi i risultati: ¨In foto si vede che sei la padrona¨. Come in Blow Up tutto s´inizia dalla foto e come in quell´ingrandimento di Antonioni, anche in questo caso scorrono sullo schermo inquietanti ingrandimenti della epidermide o di particolari anatomici degli attori.

Altri accenni alla funzione della fotografia sono proiettati alla sua funzione di congelamento della entità impressionata per sempre e al fatto che si strappano attimi privati ai soggetti. Lo specifico fotografico, come si sarebbe detto allora, si riscontra nelle due stanze: quella bianca reale, opposta a quella oscura e psichicamente violenta di Marco (Trintignant), nella quale vuole entrare Anna (Lollobrigida): ¨Lì si annida la sua ferocia, il bisogno di sangue¨; quest´ultima camera oscura rappresenta la fotografia come negativo, inteso come lato oscuro della psiche. Nella camera chiara, barthesiana ante litteram, il tempo non esiste, vi è solo l´attimo della esposizione, che avviene nel momento di blackout; è la cosidetta stanza della verità, dove avvengono davvero eventi a livello psicanalitico (ci entrano coppie assortite in modo casuale).
La fotografia inoltre permette manipolazioni: ¨Voglio trasformare Gabry con le mie mani¨

Altro elemento correlato è la componente onirica: ¨Uno crede di dormire, invece sta sognando¨, dice Marco, ma subito dopo nella più pura tradizione surreale trova le tracce, che testimoniano che non si trattava di un sogno. Questo si trasforma in dissacrazione pop quando la campagna pubblicitaria associa comportamenti umani al pollo, ma solo relativi a certe categorie di umani (ingegneri, dottori, militari), che frequentano i pollo-parties.
Come nel sarcastico Bulgakov, le uova fatali danno luogo ad una covata malefica di mostri, quali sono i borghesi ritratti nel film come gli yuppies di American Psycho di Eston Ellis (trent´anni dopo). Solo che allora c´era ancora la speranza e i mostri venivano inghiottiti e fatti a pezzi dalla macchina.

Adriano Boano


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