Festival Internazionale Cinema Giovani

Recensioni
Annotazioni sospese nel tempo "reale" del Festival

14/11/1997
Fuori Concorso

The full Monty
di Peter Cattaneo
USA 1997

Sceneggiatura: Simon Beaufoy. Fotografia: John de Borman. Scenografia: Max Gottlieb. Montaggio: David Freeman, Nick Moore. Musica: Anne Dudley. Interpreti: Robert Carlyle, Paul Barber, Steve Huison, Tom Wilkinson, Mark Addy. Produzione: Fox searchlight Pictures.

Per Sheffield e la sua prosperità industriale pare non ci sia stato un presente: una didascalia informa immediatamente che sono passati venticinque anni. Da cosa? Da un momento di benessere che lo spettatore non può conoscere? Buio, un piccolo taglio nel montaggio e Sheffield si risveglia nella disperazione. Picaresca, però. Si tira avanti. Male, e la si butta sul ridere. Donna Summer detta il ritmo con "Hot Stuff", il bisogno infonde energia alle membra, l'amara ironia evita il prendersi troppo sul serio. Il lavoro non c'è, drammi familiari vengono evitati con pietose bugie e squallide finzioni. Fino a quando sarà possibile andare avanti? Una sola serata, un quarto d'ora di nuda notorietà ed un gruppo di sei uomini ritrova la fiducia e la voglia di sorridere di fronte alle avversità della vita. Non deve essere poi così complicato mostrare ritmicamente il proprio corpo nudo davanti a quattrocento donne assatanate, pronte ad esultare selvaggiamente per ogni piega flaccida ed adiposa contenuta stentatamente in un perizoma di pelle. Non deve essere certamente più difficile del convivere con la propria impotenza o con la monumentale possibilità di non risultare un padre modello. Ma i sei uomini sono rotti a qualunque esperienza, lo devono essere. Non sanno danzare, non hanno il movimento nel sangue, ma conoscono perfettamente il mondo del calcio, le furbesche tattiche del fuorigioco di Tony Adams ed ovviano con questa loro grande esperienza. Giocano e si divertono come bambini ma non hanno il denaro per andare a vedere lo Sheffield United contro il Manchester di Cantona. Giocano con la propria virilità, vestono noti calciatori con effemminanti reggiseni, danno voti alle ragazze che incontrano per strada, ma si accorgono con disappunto che ormai le donne orinano anche come loro. Non sono più il motore del mondo, sono le donne che trovano per loro le occupazioni; la differenza viene ad essere netta ma sbilanciata in un senso. Il problema è anche tra l'essere ed il voler essere: ci si cinge di pellicola trasparente riconoscendo al contempo la pura velleità dell'atto dimagrante ingollando un succoso Mars. Gli uomini si sforzano di accettare inquadramenti lavorativi in cui non si ritrovano, si annoiano, vedono addirittura allo stesso modo la stessa coppia che compie gli stessi movimenti nel medesimo luogo. Cambiano solo i piani di ripresa ma l'atto è identico. Bisogna fuggire correndo, urlando e facendo suonare un allarme, solo così è possibile la liberazione dell'uomo. Si fugge verso l'appuntamento con il Free Cinema, lo si continua ed eterna attraverso una sterzata ironica che gonfia i polmoni di grasse risate. Due minuti di panico, in alto i cappelli et voila, ecco la libertà. Qualunque forma essa abbia.

Giampiero Frasca


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