Lo spazio del Festival è pieno di buone intenzioni, ma quanti ormai hanno l'esperienza per riconoscersi nelle situazioni narrate?
All'inizio Ebe chiede a bruciapelo agli intervistatori, ma anche a noi:
"Non so se hai mai usato una pressa?". No, io non ho mai dovuto metterne in funzione, ma per un breve periodo ci ho lavorato vicino e ho installato impianti a Mirafiori per alcuni mesi; un inferno. Invece nessuno dei registi, nemmeno l'intellettuale organico Gobetti credo che lo abbia mai fatto e quindi non può aver messo in scena l'angoscia che prende ogni giorno chi, chinando la testa, è costretto a regalare ad un padrone la giornata che il compagno sole ci elargisce; la retorica prevertiana ci è dispensata da uno dei 61, ma serve per rievocare un certo modo di esprimersi di quegli anni, utile per ricreare un'atmosfera che si ammanta di languore al di là delle facili distanze che si sogliono prendere di fronte a queste uscite anacronistiche: chi non è nella condizione di non vedere la fine perché non esiste alternativa, non può cogliere il fardello più grave, rappresentato dall'ineluttabilità di vendere la propria esistenza sopportando la giornata decretata dalle esigenze della fabbrica, che non gratificano in alcun modo e quel che è peggio senza speranze. E l'orgoglio del lavoro di cui è intrisa la figura del padre nel superficiale sguardo romanzato da Laurent Cantet (candidamente confesso in conferenza stampa di non aver mai fatto l'operaio, né lui, né i suoi familiari, ma allora - si chiedono i miei colleghi - che cazzo vuole? Parli di cose che conosce!) in Ressources Humaines non è che l'illusione di ricevere qualcosa in cambio del logoramento, un vagheggiamento di cui fa giustizia un personaggio di Guido Chiesa: "L'etica del lavoro? Non il lavoro distingue l'uomo dalla bestia, ma l'arte".
Alla fine uno dice che è difficile ora porsi con delle certezze: non c'è più il sano antagonismo e dopo la cavalcata di sequenze scandite da slogan (pochi) e emozioni (forti) si torna con pacatezza ai cinque protagonisti e alle loro attuali occupazioni, chiudendo ad anello lo squarcio su un episodio della storia delle lotte operaie misconosciuto.


Ritorno all'inizio dell'ipertesto: Potere Operaio

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