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Il Festival dà spazio, ma gli operai dove sono finiti?
Se lo chiede anche Guido Chiesa che è andato a scovare cinque compagni impegnati nel 1980 a contrastare l'offensiva padronale che avrebbe distrutto il tessuto sociale torinese e dato al sindacato l'opportunità di abbarbicarsi alla concertazione per trasformarsi in ennesima agenzia assicurativa, scelta perdente di cui non si sentiva il bisogno e che ha eliminato tutte le memorie di lotta.
Ebe, Pasquale, Vincenzo, Gianni, Pietro sono stati estromessi dalla fabbrica: alcuni alla fine della lotta, Gianni aveva lasciato Mirafiori ad agosto, perché aveva capito che le condizioni sarebbero cambiate in senso inaccettabile (un esempio di lungimiranza inesistente presso i quadri sindacali), mentre l'ultimo licenziò la Fiat un 25 aprile, ribaltando i rapporti ordinari con un documento che dovremmo prendere tutti ad esempio e lasciare con un palmo di naso gli strafottenti padroni del vapore; egli nella sua lettera di licenziamento annunciava al capo del personale l'intenzione di ritornare in possesso della propria libertà: attraverso l'imposizione alla multinazionale della data emblematica come giorno della dissoluzione del rapporto di sudditanza sottintendeva che l'Azienda era il più macroscopico esempio di extraterritorialità fascista.


Ritorno all'inizio dell'ipertesto: Potere Operaio

    visto al Torino Film Festival No rights reserved © 1999