Noi metalmeccanici sembriamo esistere soltanto sugli schermi non omologati di questo festival: Torino paga il suo debito a distanza di vent'anni dallo sconcio dei 40000 piciu, già compensati dal loro padrone con il licenziamento una dozzina di anni dopo; per quei servi, che "sfilavano coprendosi la faccia per la vergogna" nella manifestazione ispirata dalla Fiat, uno dei 61 licenziati intervistato da Guido Chiesa ha parole di lucido disprezzo ("Lo slogan che urlavano - Il lavoro si difende con il lavoro - era una cagata. Non aveva senso: ci licenziavano per sovrapproduzione!!!"); non avevano capito che la Fiat voleva riprendersi il controllo delle fabbriche e gettare nell'oblio il decennio: quest'ultimo era un obiettivo anche per il sindacato, come rileva uno degli intervistati: "Fu la sconfitta di un modo di affrontare i problemi". Perciò gli anni '70 sono ancora adesso coperti dal silenzio omertoso imposto dalle lobbies, ormai riciclate in finanziarie improduttive e incapaci di essere competitive, prepotenti buchi neri fagocitanti risorse e bercianti, urlando altre insensatezze sul costo del lavoro (inesistente) e flessibilità, vera causa della sparizione della massa operaia come forza pulita, rappresentante di bisogni ovvi e naturali, che potevano esprimere uno sviluppo razionale, mediando le pretese feroci del mercato. E proprio per questo quella potenza è stata distrutta scientificamente.


abbattimento di una ciminiera: simbolo di un mondo del lavoro perduto

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Ritorno all'inizio dell'ipertesto: Potere Operaio

    visto al Torino Film Festival No rights reserved © 1999