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Il commento

Luci e ombre, su questo FFF che ha fatto calare il sipario sulla saga de Il signore degli anelli. Luci, perché è impossibile non riconoscere l'entusiasmo con cui questo festival viene portato avanti da anni, e l'enorme crescita che ha riscontrato dalla prima edizione sacrificata e relegata negli spazi angusti del Lumiere (tanto angusti che lo stesso Lumiere si è ormai trasferito altrove). Luci, perché il materiale visionato, gli artisti incontrati, le voci ascoltate sono sempre di raro valore. E' difficile per un festival tutto sommato di nicchia farsi strada in Italia, eppure questo si sta imponendo orgogliosamente all'atenzione di pubblico e critica.
Ma, purtroppo, anche tante ombre... mai come quest'anno si è potuta riscontrare una organizzazione davvero discutibile: che gli accreditati stampa dovessero essere costretti a levatacce mattutine e a file lunghissime per fare i biglietti (!) per vedere i film (essì, perché l'accredito da solo non bastava, e addio a quel "non definito" tipico di qualsiasi festival dove i programmi fatti al mattino vengono sconvolti diverse volte nel corso della giornata, perché c'è quella proiezione di cui non ci eravamo accorti o quel film troppo noioso che ci ha fatto abbandonare la sala prima e quindi portato a vedere tutt'altro) era davvero qualcosa di troppo machiavellico per essere reale, eppure... troppo chiedere ad un festival delle nuove tecnologie di evitare queste assurdità e di - se proprio è necessario - far decidere all'accreditato quali film vedere magari direttamente dal sito web del festival?
De l'anteprima de Il ritorno del re abbiam già detto. L'ultima osservazione, personalissima, è che questa edizione fosse un po' sottotono rispetto ad almeno le precedenti due. Meno titoli di richiamo, meno materiale proveniente dagli Usa, meno incontri davvero prestigiosi... a cominciare da quello con la Weta che è saltato per motivi non del tutto precisati.
Cosa rimane, sopra a tutto? La simpatia di Bill Plympton, questo artista davvero unico nel panorama dell'animazione internazionale, che si è scomodato a venire sempre a presentare personalmente le proiezioni dei suoi lungometraggi.
Arrivederci all'anno prossimo.

 

Federica Arnolfo


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