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LA GUERRA ASIMMETRICA DI BUSHARON
(pag. 2)

Solo qualche giorno più tardi, nel presentare al Congresso il rapporto sulla Quadriennal Defense Review, il segretario della Difesa Donald Rumsfeld dichiarò che, di fronte ad un nemico che "non combatte in maniera leale" (4), l'"asimmetria" deve costituire la logica di base della nuova dottrina militare degli Stati Uniti.
Cosa intendeva il buon Rumsfeld esprimendo questo concetto "nuovo di pacca"? Semplicemente che gli USA (un'iperpotenza che raggiunge da sola il 35% delle spese militari mondiali, il 50% di quelle per la ricerca e lo sviluppo bellico e che detiene il 60% del mercato dell'esportazione di armamenti) intendono, per dirla con il consigliere più autorevole di Bush, Condoleeza Rice, "capitalizzare le opportunità" scaturite dalla tragedia dell'11 settembre (5). Questa riuscitissima versione dell'"Operazione Northwoods" (6) (e non mi addentro nella disamina del ruolo dell'amministrazione Bush nell'attacco dell'11 settembre, rinviando ancora una volta all'esauriente indagine svolta da Nafeez Mosaddeq Ahmed in "Guerra alla libertà", Fazi Editore) ha avuto come scopo di "sdoganare definitivamente, e in barba al diritto umanitario e internazionale, certi metodi di aggressione, prevenzione e deterrenza non ortodossi, metodi non rivendicabili prima dell'11 settembre, come per esempio l'assassinio Ômirato' di leader stranieri" (che Israele, la longa manus statunitense in Medio Oriente, già applica con successo ormai da una trentina d'anni – ndr) "Gli interventi americani all'estero ormai supereranno un nuovo limite di violenza" (7)

La novità sta tutta qua, perché per il resto già Teddy Roosevelt, nel lontano 1904, dichiarava di fronte al Congresso: "Malefatte croniche o un'impotenza che minacci la società civile possono richiedere in ultima analisi l'intervento di una nazione progredita. L'America può essere costretta, nei casi più flagranti, a esercitare i poteri di una polizia internazionale" e, qualche anno più tardi, il suo ministro della Giustizia, Philander Knox, a proposito dell'intervento dei marines a Panama (nel 1908 era già il terzo, l'ultimo, nel 1989, è stato il nono) precisava "Signor presidente, non permetta che una grande impresa come questa sia offuscata dalla legalità" (8).

Bush e i suoi consiglieri non hanno inventato nulla.

Per quanto poi riguarda l'aggettivo "asimmetrico" che viene usato, sostanzialmente al posto del più esplicito "vigliacco", per definire il devastante attacco terrorista al WTC, vorrei che Rumsfeld provasse a spiegare la presunta novità di tale concetto alle vittime di tante "asimmetrie" statunitensi in Giappone (1945), Corea (1950-53... e pare che ci risiamo!), Vietnam (1960-1975), Indonesia (1965), Cile (1973), El Salvador (1981-1992), Nicaragua (1981-1990), Panama (1989-1990), Iraq (1991-?), Ex Yugoslavia (1999), Afghanistan (2001)...
Almeno i più "pragmatici" israeliani non si baloccano con le definizioni ma è dal 1948, se non da prima, che sperimentano sempre nuove "asimmetrie" sulla pelle dei palestinesi. Il fatto è che quando il terrorismo è di Stato, istituzionalizzato, diventa come d'incanto "simmetrico" ed è quindi cosa buona e giusta.

2: Mazar-i-Jenin: l'arbitrarietà

«Le ossa sono già sbiancate, come se fossero là da secoli. Eppure questi resti umani datano solo pochi mesi. Sono quanto rimane di alcune migliaia di uomini che contavano sulla tutela della Convenzione di Ginevra, e invece sono morti in circostanze spaventose, alcuni per asfissia, altri vittime di esecuzioni sommarie»
Jamie Doran, Gli inconfessabili massacri afghani («Le Monde Diplomatique», settembre 2002)

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