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Resident evil
Anno: 2002
Regista: Paul W. S. Anderson;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 02-12-2003


La grande guerra

Resident evil.  Paul W.S.Anderson. 2002. U.S.A.

Attori: Milla Jovovich, Michelle Rodriguez, Eric Mabius, James Purefoy, Martin Crewes, Colin Salmon

Durata: 100'

 

 

L’idea viene da un gioco, ma il padre dell’idea si chiama George A. Romero, l’uomo che quando decide di giocare preferisce farlo con i suoi migliori pupazzi da pellicola: gli zombi. Al supermercato o alla villa abbandonata dei precedenti lavori, si sostituisce l’ambientazione con la multinazionale Umbrella che ha una sede particolarmente segreta e militarizzata (600 metri sotto terra) nella quale si svolgono esperimenti d’ingegneria genetica con scopi militari. La storia inizia con un sabotaggio all’interno dei laboratori della Umbrella dove si studia una nuova forma di virus, il T-Virus, e dove a causa dell’epidemia causata il computer generale, la Regina rossa che controlla tutto il centro dei laboratori, opta (in base a speciali misure di sicurezza) per lo sterminio di tutti i suoi dipendenti contaminati. Saranno i loro cadaveri ancora stimolati dalla fame, ed il computer generale, i pericoli per un gruppo di militari inviati nella cittadina di Racoon per scoprire quanto è accaduto.

La trama ha dunque un semplice e poco originale punto chiave, gli zombi appunto, ma Romero riesce a modernizzare il discorso (era autore anche del gioco per la Playstation dal quale è tratto il film) con trovate nuove quali appunto il computer principale come ulteriore problema per i personaggi (molto efficace è la sequenza in cui quattro militari sono bloccati in un corridoio con un laser particolarmente tagliente). Il discorso di base rimane quello politico dei primi film sugli zombi, se una volta erano esseri umani morti ma con stimoli costanti per il consumo, i nuovi morti viventi sono il prodotto di una multinazionale che qualcuno ha deciso di sabotare nel nome della lotta alle bio-tecnologie militari. Il regista Anderson non si sbilancia, scopiazza qua e la (The Cube, La notte dei morti viventi, …) e ricava da questo collage momenti di tensione efficaci ed altrettante trovate interessanti che avrebbero meritato uno sviluppo migliore (la sequenza con i dobermann è la migliore da questo punto di vista). Milla Jovovich, particolarmente bella e maturata da Il quinto elemento (1997) di Luc Besson, è la protagonista in mezzo ad un gruppo di attori spesso fastidiosi per una recitazione che sfiora il livello della serie B. Dialoghi poveri sono messi in secondo piano dall’uso del flashback ben dosato fino alla fine. Eccessive alcune sequenze militarizzate che per fortuna si esauriscono a metà del percorso mentre un appunto va sollevato ad un finale action veramente frettoloso. Ambientazioni (girato, interni ed esterni, a Berlino) e musiche cyber definiscono l’aspetto tetro ed industrial del film, dal quale non ci si poteva aspettare più di quanto è proposto in sala. Target di pubblico dai 16 ai 24 anni, o per tutti quelli che come me si lasciarono rapire dalla novità del gioco quando fu immesso nel mercato delle console. Il percorso cinema-console-cinema, un riciclaggio tecnologico dell’oggetto cinematografico che ispira la produzione di questo prodotto, la dice tutta sul tipo di cinema che questo film ha deciso di percorrere. Anche se ci sono più spunti interessanti rimane il fatto che non è un capolavoro, non è un bel film, e molto probabilmente non sarà nemmeno rivalutato tra i cult.

 

 

Bucci Mario

videodrome76#@hotmail.com