Per
un pugno di dollari. Sergio Leone. 1964. ITALIA.
Attori: Clint Eastwood, Gian
Maria Volonté (John Wells), Marianne Koch, José “Pepe” Calvo, Wolfgang Lukschy,
Sieghardt Rupp, Mario Brega.
Durata: 100’
San Miguel, Messico, confine con gli Stati Uniti, un paese
dove le donne sono tutte vedove ed il becchino ha imparato a costruire le bare
ad occhio. Un americano senza passato, arriva nella cittadina e scopre che due
famiglie, quella messicana dei Rojo e quella americana dei Baxter sono in
guerra fra loro per gestire il mercato clandestino di armi ed alcolici (la
prime ha in mano quello delle armi e la seconda quello degli alcolici). Dopo
aver ucciso quattro uomini dei Baxter (perché avevano sparato al suo cavallo),
è assoldato dai Rojo. Seguendo Ramon Rojo al confine, scopre che questo ha
eliminato l’esercito messicano simulando uno scontro con quello americano, per
impadronirsi dell’oro che questi erano disposti a scambiare per le armi. Di
ritorno dal confine i Rojo propongono una tregua ai Baxter, con l’intenzione di
calmare le acque nel caso i due paesi decidessero di aprire un’inchiesta, per
poi ucciderli dopo la sua conclusione. Il solitario cowboy allora informa i
Baxter delle vere intenzioni dei messicani e assicura loro che due
sopravvissuti al macello si sono rifugiati nel cimitero (in realtà due cadaveri
che egli stesso ha appoggiato ad una lapide). Vende la stessa informazione
anche ai Rojo, con l’intenzione di farli uccidere fra di loro. Nel frattempo,
di notte, entra nella tenuta dei Rojo per scoprire dove questi nascondono l’oro
sottratto all’esercito e rapisce Maria Sol (donna rubata al marito da parte di
Ramon). Offrendo la ragazza come merce di scambio ai Baxter per riavere Antonio
(fatto prigioniero dai Rojo nel conflitto al cimitero) l’americano senza
passato si arricchisce e continua il sodalizio con la famiglia messicana.
Durante una festa prima della partenza di Ramon, dove tutti si ubriacano,
l’americano torna alla tenuta dei Rojo e rapisce Maria Sol consegnandola al
marito ed al figlio e dando loro la possibilità di fuggire con il denaro che ha
guadagnato. Di ritorno trova Ramon che, a causa di un guasto alla sua carrozza,
non è potuto partire ed è convinto che lui sappia che fine ha fatto Maria Sol.
Dopo essere stato torturato, l’americano riesce a fuggire ed a preparare la sua
vendetta. Convinti che sia in casa dei Baxter, i Rojo distruggono la famiglia
con un assalto e la mattina dopo si trovano tutti contro l’americano, tornato
in paese per finire il suo lavoro. Coperto da un’armatura di metallo nascosta
sotto il poncho, l’americano uccide tutti i Rojo. San Miguel può tornare a
vivere.
Prendendo spunto da La sfida
dei samurai (1961) di Kurosawa (che citò per plagio Leone ottenendo tutti i
diritti del film sul mercato orientale ed il 15% su quello occidentale) Leone
dà inizio ad un filone che presto prenderà il posto del classico western
all’americana. Caratterizzato dal barocco delle inquadrature e dei primi piani
dei personaggi, sorretto dalle indimenticabili note di Ennio Morricone (Dan
Savio) che perfettamente si sposano nella temporalità di immagini e musiche, lo
spaghetti-western inizia con questo capitolo e si consoliderà come cinema di
meta proprio nelle mani del regista italiano (che fu costretto all’inizio ad
usare pseudonimi stranieri per tutti i collaboratori pur di ottenere successo
al botteghino, egli stesso firmandosi con Bob Robertson in memoria del padre
Roberto Roberti, regista del muto). Al mito degli indiani ed alla continua ed
estenuante lotta-confronto fra le due culture, Leone sostituisce il mito dei
soldi, dei dollari, che nella quantità di un pugno si mostrano ugualmente fonte
di crimini (contrabbando ed omicidi). Nelle sue mani, attraverso la sua lente,
gli uomini tornano al disilluso realismo della crudeltà, in cui tutti sono
disposti ad uccidere (la morte di Consuelo nel finale per opera del fratello di
Ramon) in un caos che è la frontiera degli interessi. Al modello hollywoodiano
si oppone così il manifesto italiano del nuovo cinema western (paragonabile solo
a quello decadente di Peckinpah) caratterizzato da violenza, suspence, e da
attori che diventano presto immagini e pretesto. L’origine del western di Leone
vanta in più radici di tutto rispetto che affondano nel terreno della cultura
classica (“Omero è il più grande scrittore di western…” dice in
un’intervista il regista), e soprattutto del teatro, dal quale trae spunto per
il personaggio dell’americano senza nome (Servitore di due padroni di
Goldoni). Il western di Leone diventa presto realtà dell’ingenuità
(parole dello stesso regista in intervista presente nella versione su dvd) che
si ripresenta nell’adulto come distacco dalle conseguenze delle proprie azioni
(la morte). Fotografia di Massimo Dallamano (Jack Dalmas), scene e costumi di
Carlo Simoni (Charles Simons), operatore alla macchina da presa Stelvio Massi
(Steve Rock, prossimo regista dei polizieschi all’italiana con il suo vero
nome), sceneggiatura di Sergio Leone e Duccio Tessari. Girato in Almeria,
un’arida regione della Spagna, per Clint Eastwood è l’inizio della sua
fortunata carriera (il poncho che indossa diventerà un feticcio portafortuna
nei due film che seguirono questo). Per apprezzare la bravura del nostro Gian
Maria Volontè (che vantava già una lunga carriera teatrale) basta osservare come
si muove nella scena in cui incontra Eastwood per la prima volta. Costato
centoventi milioni, incassò quasi due miliardi e fu venduto in mezzo mondo (uno
dei più grandi successi del cinema italiano). Nella memoria del cinema il
duello finale con Ramon Rojo che, dopo aver spiegato all’americano che “Quando
un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è
un uomo morto”, muore perché quello gli dimostra invece che per caricare un
fucile ci vuole più tempo che a caricare una pistola. Nel Dizionario del
cinema italiano-Di Giammatteo, la famiglia dei Baxter si trasforma
in Morales (???!!!).
Bucci Mario
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