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Madresse y ke bad bord
Anno: 1997
Regista: Mohsen Makhmalbaf;
Autore Recensione: Sonia Del Secco
Provenienza: Iran;
Data inserimento nel database: 11-08-1998


Visto al 51Festival di Locarno

Madresse y ke bad bord
di Mohsen Makhmalbaf
sceneggiatura Mohsen Makhmalbaf; fotografia Mahmoud Kalari; montaggio Mohsen Makhmalbaf; interpreti Abbas Sayahi e i bambini di un villaggio nella regione di Fars. Iran, 1997, 35mm, colore, 8'

Quella di Mahkmalbaf è ancora una volta una storia semplice; i suoi protagonisti lo sono.
Si svolge in una tenda, che poi è una scuola di un villaggio nomade. Gli studenti sono una decina, tutti tra i sei e i sette anni. Con loro il maestro, giovane. Improvvisamente nella tenda entra un forestiro curioso, in un primo tempo scambiato dal maestro per un ispettore mandato dal Ministro dell'educazione, che si siede e racconta una storia. Viene ascoltato, in silenzio. Poi come per un tacito contratto di scambio di favori, si decide di ripagarlo con altra storia. E allora ad uno degli allievi viene chiesto di dire di quando il vento portò via la scuola, perché questa era per il forestiero certamente una nuova storia. Dunque avanti! Un bel sospiro e del vento si faccia una lezione, perché anche il vento si puo' raccontare, come ogni cosa...
E' un film poetico e la poesia sta nella storia, anzi nel modo semplice che si adopera nel raccontarla. Il narratore (e intendo il secondo narratore, il bimbo che restituisce la storia) non si serve di niente che non sia la sua voce: si alza in piedi, come per un rituale consolidato, e con le parole che conosce racconta.
Il racconto è forte, perché è un episodio vissuto e la forza esce dalle parole e dagli sguardi e dal movimento delle mani. E' una vera lezione di narrazione poetica.
Grazie al regista.