Le
colline blu. Monte Hellman. 1966. U.S.A.
Attori: Jack
Nicholson, Millie Perkins, Cameron Mitchell, Harry Dean Stanton
Durata: 83’
Titolo
originale: Ride
in the Whirlwind
Assalto ad una diligenza, cinque banditi si rifugiano in
una capanna, uno di loro è ferito. Tre cowboy in viaggio decidono di fare una
sosta e chiedono ospitalità ai cinque banditi. Siamo in una terra dove si può
trovare gente impiccata ad alberi e lasciata marcire per giorni. Passata la
notte, sopraggiunge lo sceriffo con un nutrito corpo di pistoleri al seguito. I
tre cowboy sono coinvolti nella retata e due di loro riescono a fuggire mentre
uno ci lascia la pelle. I banditi sono arrestati ed impiccati. In fuga, la
coppia di cowboy sequestra una famiglia di fattori, padre, madre e figlia, con
la speranza di poter scappare approfittando del buio. Scoperti dallo sceriffo
riescono a fuggire, ma uno dei due, ferito, chiede di essere lasciato
permettendo all’altro di raggiungere il confine: raggiunte le colline blu, lo
sceriffo ed i suoi uomini non potranno più dargli la caccia.
Western solitario, crudo, sudato. La fuga di tre uomini,
dal loro destino di cowboy, dalle forze dello sceriffo, dal pregiudizio dei
contadini, verso un confine inimmaginabile, come le colline blu di un deserto
duro d’affrontare. Scritto da Jack Nicholson, che con Hellman lo ha anche
prodotto, importante meta di un genere che anche con povertà di mezzi è capace
di mostrarsi corposo di significati. Il deserto che Hellman mostra è quello
malsano dell’esistenza e nelle quali contraddizioni, spesso le più disumane,
inserisce tre uomini, tre semplici cowboy con tutti i loro sogni, di passaggio
fra i polverosi canyon, e sui quali quell’esistenza stessa si rovescia:
l’incontro dei cowboy con l’impiccato è ricordato attraverso il terrore dei
delinquenti, prima che i cavalli partano ed il cappio sia tirato. Un western
d’antieroi braccati dalla legge della vita, che ha radici nella violenza (la
non terra che calpestano tutti i personaggi non merita che qualche albero
solitario, e niente più che qualche capanna). Girato in contemporanea di La
sparatoria, è stato distribuito in Italia solo dodici anni dopo.
Bucci Mario
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