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Undergroung Fragrance
Anno: 2015
Regista: Pengfei;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Francia; Cina;
Data inserimento nel database: 23-09-2015


“Quelli speculatori edilizi sono capaci di tutto.” Nel 1970 il prodotto interno lordo della Cina era di 91 miliardi di dollari americani, pro-capite era di 112 dollari. Nel 2014 il PIL era di 17,62 trilioni di dollari, e pro-capite di 12.900 dollari. Un aumento spropositato ma voluto e ricercato da un’autorità con idee chiare e precise. Un boom economico di queste dimensioni ha creato anche delle vittime e delle distorsioni. Evitiamo di proposito il recente crollo della borsa di Shanghai e dello scricchiolio dei dati macroeconomici. Il regista Pengfei in Undergroung Fragrance tratta un particolare, un aspetto minimo ma significativo guardando, di come gli esclusi, fra tanta abbondanza, si sentano estromessi e rifiutati. Pechino è diversa da Shanghai. C’è una certa conflittualità fra le due metropoli, riscontrabile parlando con un abitante dell’uno o dell’altra città: “A Pechino i soldi se ne vanno in fretta.” Pechino ha sotto la città dei labirinti sotterranei, in precedenza utilizzati come rifugi antiaerei. Queste stanze sotto terra ora sono occupate da tante persone marginali. Sono locali miseri, squallidi, sporchi, con un bagno in comune, senza doccia, si lavano i capelli nel lavandino. In una scena vigorosa i sotterranei si stanno allagando per la forte pioggia. Tutti scappano disordinatamente e senza rispetto per il rischio di rimanere annegati. Nel labirinto sottosuolo vive Yong Le. Il ragazzo rimedia e vende mobili usati. Rimane momentaneamente cieco per un incidente. Vivere sotto terra, con un’altezza del soffitto di almeno trenta centimetri più basso dell’altezza di un uomo e senza nessun aiuto, non è facile. Trova un sistema bizzarro. Segue una fune che ha sistemato nel pavimento. Con questo sistema anomalo incontra una vicina, la bella ragazza Xian Yun, accompagnatrice e ballerina di palo in un club di dubbia moralità. Il regista unisce il tono tristemente sentimentale con quello sociale. Il rapporto fra i due ragazzi simbolicamente è quello della Cina, con fughe e speranze di miglioramento per la ragazza mentre Yong Lee rimane schiacciato, in un’inutile attesa, fermo, bloccato, mentre intorno migliaia di persone passano velocemente. Il film è a volte attendista, sospeso, e ovviamente claustrofobico per le condizioni nel sottoterra. È questa la parte più forte descritta con attenzione minimalista. Se il mondo sotterraneo è implacabile, quello alla luce è altrettanto spietato. Il regista intreccia la storia buia con quella di Jin. La sua casa deve essere demolita per lasciare posto a grattacieli immensi. La contradizione è evidente, in Cina si stanno costruendo palazzi immensi e l’uomo sta perdendo la sua casa. http://it.kushnirs.org/macroeconomia/gdp/gdp_china.html#t1 www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ch.html