La
prigioniera. Henri-Georges
Clouzot. 1968. FRANCIA-ITALIA.
Attori: Elisabeth Wiener,
Laurent Terzieff, Dany Carrel, Bernard Fresson
Durata: 105’
Titolo
originale: La
prisonnière
Francia. Parigi. Quella di Josè e Gilbert è una coppia
aperta. La prima si occupa del montaggio di un documentario sul mondo
femminile, il secondo è uno scultore pop.
Durante l’inaugurazione della mostra gestita dal magnate Stan Hassler,
Gilbert si apparta con una giornalista e Josè accetta l’invito di Stan ad
andare a bere qualcosa a casa sua. Stan le mostra la sua passione per la
fotografia di segni calligrafici, ma mentre fa scorrere le diapositive, appare
fra queste l’immagine di una donna legata con catene. Dapprima Josè ne è
divertita, poi però ne rimane colpita ed attratta. La settimana dopo Josè
incontra nuovamente Stan che le chiede un passaggio a casa. La donna questa
volta gli domanda di partecipare ad una sua sessione fotografica e così va
ancora a casa sua. Prima che arrivi la modella, Stan usa Josè per fare le prove
luci ed a metà della sessione con l’atra donna, quella torna a casa perché a
disagio. Qui, fa l’amore con Gilbert. Trascorsi un altro paio di giorni, Josè
torna da Stan e gli domanda di essere fotografata da lui e l’uomo, per metterla
alla prova, la umilia nel suo ufficio e la obbliga a contattare di persona la
modella che aveva incontrato sul set fotografico. Dopo aver scattato le foto in
compagnia di quella, Josè sembra pentirsene e quando a casa di Stan chiama
un’altra indossatrice lei lo accusa di essere un guardone e di non avere
sentimenti e lo abbandona. Gilbert intanto, che si è accorto della loro
relazione, parte per una mostra a Dussendorf e recide il suo rapporto con il
mercante d’arte e lascia che Josè si schiarisca le idee. Stan e Josè allora vanno
in gita fuori Parigi ed affittano una stanza d’albergo. Tra i due sembra
nascere una vera relazione sentimentale ma quando Stan scopre che quella stava
inviando una cartolina ad un’amica nella quale diceva che entrambi erano
innamorati l’uno dell’altra, Stan l’abbandona da sola nella camera d’albergo. A
Parigi Gilbert, tornato dalla mostra, viene messo al corrente di tutta la
storia da Josè ed esce di casa per vendicarsi su Stan. Josè riesce a chiamare
Stan per avvertirlo e l’uomo affronta Gilbert sul tetto del suo palazzo. Qui
Stan confessa di esserne innamorato di Josè ma che preferisce non dirglielo
perché lei ne soffrirebbe. Sconvolta dalla lite con Gilbert e dalla sua
potenziale vendetta nei confronti di Stan, Josè, alla guida della sua macchina,
sfonda la sbarra di un passaggio a livello e rimane bloccata sulle rotaie
mentre sopraggiunge un treno. L’auto viene travolta e la donna entra per pochi
giorni in coma. Al risveglio rivede Gilbert al suo capezzale, ma è convinta che
sia Stan e Gilbert accetta che lei lo creda.
Ultima pellicola girata da un
regista che raramente fu apprezzato e sostenuto dalla nouvelle vague. In
questa storia a tre, con più che evidenti riferimenti al masochismo erotico ed
al sadismo sentimentale, Clouzot conclude la propria carriera con un film di
vera rottura ed avanguardia dell’immagine ottico-cinetica. A parte tutta la
galleria di spettacoli visivi che la mostra raccoglie e rappresenta,
l’ossessione per l’immagine e la necessità dello sguardo sono costantemente
ripresentati attraverso gli occhi dei protagonisti, che spiano, si cercano, che
tradiscono tensione, passione e relazioni che vanno oltre i gesti. Dotato di un
ottimo montaggio (per esempio vedasi la prima sessione fotografica con Elizabet
Wiener come ospite, in cui foto, scatti, occhio fotografico e corpi, raccontano
un crescere d’eccitazione raffinato ma diretto), di un impianto narrativo
impegnato principalmente ad indagare l’aspetto contraddittorio dell’amore
(attrazione\dolore) attraverso l’immagine del doppio (Stan e Gilbert sono due
lati della stessa medaglia) e di una fotografia sublime diretta da Andreas
Winding (l’immagine di Stan e Josè sulla scogliera è l’apice della pellicola) La
prigioniera è senz’altro uno dei film più forti del regista francese (a più
riprese Stan e Josè si rivolgono direttamente alla spettatore, quasi sempre
chiamato in causa da provocazioni dell’immagine oltre che dei temi). La
prigioniera è anche uno sforzo maschile di indagare l’animo femminile, ma come
dice la stessa sceneggiatura “La verità sa di sporco”. Impagabile
Laurent Terzieff nel ruolo di Stan. Imperdibile, anche per gli amanti del
cinema ridondante di sfarzose costruzioni pop. Tra gli invitati
all’inaugurazione della mostra compaiono anche Michel Piccoli, Eddie Costantine
e Charles Vanel.
Bucci Mario
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