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Cosė ridevano Anno: 1998 Regista: Gianni Amelio; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: Italia; Data inserimento nel database: 11-09-1998
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Così ridevano
di Gianni Amelio
Con Enrico Lo Verso, Francesco Giuffrida
I registi italiani quest'anno a Venezia camminano all'indietro,
quasi fossero gli attori del bel film di Solanas "La nube". Si
ripensa l'Italia della Resistenza, l'Italia dei difficili anni '70, l'Italia
degli emigrati del sud nell'immediato dopoguerra. In una Torino dolente
e piovosa, alla ricerca di un lavoro in FIAT o dovunque sia, ecco arrivare
il siciliano Giovanni (Enrico Lo Verso), analfabeta, che sogna per il giovane
fratello Pietro un futuro migliore, e si fa in quattro per farlo studiare
alla scuola magistrale e vederlo un giorno diventare maestro. I due fratelli
si muovono con difficoltà in una città per lo più ostile,
come i famosi elefanti della famosa 600 che non possono entrare in più
di quattro nella macchina. Si amano di un amore disperato e difficile, con
picchi di un'intensità che fa male al cuore, ma non possono capirsi,
perché per Giovanni Pietro è un simbolo più che un
fratello, è la sua unica speranza di riscatto e di conciliazione
in un mondo che sembra respingerlo in ogni momento: come nel ristorante
borghese, dove Pietro entra e Giovanni, che arriva dopo, viene trattato
con estremo disprezzo. Come nella scuola, dalla quale Pietro fugge, e nella
quale Giovanni si illude di recuperarlo sedendosi al suo banco e viene preso
per matto.
E mentre Torino continua a scorrere dolente davanti ai nostri occhi, simbolo
di un nord ostile ed indiffente, ci si avvia verso il terribile finale,
dove il sacrificio si rovescia quasi fosse l'unica possibilità di
conciliazione tra due realtà inconciliabili, nord e sud, Giovanni
e Pietro...
Ci rimangono nel cuore le note di una canzone francese, i versi delle poesie
di Pascoli, il volto di Lucia, altro simbolo lacerato di un sud che fa fatica
a trovare la sua collocazione. E l'immagine, bellissima e commovente, dei
due fratelli che si abbracciano alla stazione, all'inizio così come
alla fine del film.
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