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Il cameraman - The cameraman
Anno: 1928
Regista: Edward Sedgwick;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

Il cameraman. Edward Sedgwick. 1928. USA.

Attori: Buster Keaton, Marceline Day, Harold Goodwin, Sidney Bracy, Harry Gribbon

Durata: 69’

Titolo originale: The cameraman

 

 

New York. Il fotografo Buster s’innamora di una ragazza alla quale ha scattato una foto in mezzo alla strada. La ritrova come segretaria della M.G.M. dove per farsi assumere e far parte dell’azienda bisogna però essere cameraman e per giunta con buone doti. Venduta allora la sua macchina fotografica ed acquistata una sgangherata cinepresa, Buster cerca di fare qualche servizio per farsi notare dall’editore ma quando vengono proiettate le sue riprese il capo si mette a ridere. Sally, questo il nome della ragazza di cui è innamorato, lo esorta a continuare ed accetta di andare in piscina con lui. In realtà Sally però è corteggiata da un altro uomo, suo collega alla M.G.M.. Una mattina la ragazza riceve la telefonata di un suo informatore che l’avvisa dell’inizio delle festività cinesi a Chinatown e quella passa l’informazione solo a Buster il quale si ritrova coinvolto in una guerra a fuoco tra bande cinesi. Salvato dall’intervento della polizia Buster consegna il girato all’editore della M.G.M. ma si accorge di non aver caricato la pellicola. E’ cacciato definitivamente e Sally viene sgridata perché scoperta a passare l’informazione all’incompetente cameraman. In barca in riva al mare, Buster scopre che invece lo chassis è stato sostituito dalla scimmia che da un po’ di tempo lo affianca e quando salva Sally dalle acque, caduta dopo che il suo collega aveva perso il controllo del motoscafo, la scimmia riprende il salvataggio di Buster con la cinepresa. Il girato intero, tra la guerra a Chinatown ed il salvataggio di Sally, viene fatto visionare all’editore della M.G.M. il quale richiama immediatamente Buster assumendolo. Tra Sally e lui può finalmente nascere una relazione.

Summa generale della maggior parte delle gags inventate dall’attore Buster Keaton, il comico più amato dai surrealisti, l’unico che non ride mai. Siamo agli albori del sonoro e la fine del cinema comico di cui Buster Keaton era una delle punte di diamante era prossima, e forse proprio per questo se ne sentì la necessità di raccogliere tutte le gags migliori per farne una sorta di best of, ma anche di testamento. Il film, conosciuto anche con il titolo Io… e la scimmia, doveva essere girato a New York ma dopo diverse difficoltà si tornò a Los Angeles, ricostruendo la spiaggia di Coney Island a Venice, una piccola cittadina. Oltre che a raccogliere le migliori performances del comico, segna anche un passaggio verso il nuovo cinema, fatto di professionisti che non sono più soltanto semplici fotografi ma veri e propri cameraman. Anche nella resa visiva del film si possono notare degli spunti non indifferenti come l’inquadratura di Buster attaccato al camion dei pompieri o il lungo dolly che lo accompagna nella sua corsa lungo le scale. È una grande riflessione sul cinema quindi, sull’immaginario (la partita di baseball mimata), e che in alcuni momenti guarda all’espressionismo tedesco (gli uomini che saltano dal trampolino ed il gioco delle ombre). Caratteristiche del buon cameraman allora diventano caparbietà, prontezza e coraggio.  Discutibile il messaggio nascosto nel sottotesto, un classico happy end che si raggiunge solo con gli sforzi di uno degli innamorati (quello che sta peggio) e nella quasi testarda dedizione al proprio progetto, la ricerca e la soddisfazione del proprio fine/bene. È una morale prettamente americana e profondamente radicata nel modello di vita che in quegli anni, ad un passo dalla crisi economica del 1929 che avrebbe portato alla Grande Depressione, necessitava di una forte dose di coraggio ed ottimismo. La struttura della storia, infatti, è a circolo chiuso, incomincia con una grande folla d’interessati (operatori di ripresa, gente che festeggia, donne che sventolano bandierine) e termina con l’oggetto dell’interesse: Buster che finalmente è entrato nella M.G.M. La casa che lo ha prodotto è la stessa nella quale i fatti avvengono, la Metro Goldwin Mayer e The cameraman è anche il primo film realizzato da questa casa di produzione, nonché l’ultimo realizzato dalla troupe che aveva accompagnato Keaton in tutti i lavori precedenti [i].

 

 

Bucci Mario

        [email protected]



[i] Maurizio De Benedictis. Il cinema americano. Newton & Compton.