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Sleepy Hollow
Anno: 1999
Regista: Tim Burton;
Autore Recensione: Alberto Corsani
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-1999


Sleepy Hollow

SLEEPY HOLLOW

La leggenda della valle Addormentata
cliccando su questo link scaricate l'intero racconto in formato html

A pleasing land of drowsy head it was,
Of dreams that wave before the half-shut eye;
And of gay castles in the clouds that pass,
Forever flushing round a summer sky.
Castle of Indolence.

Washington Irving
(The Sketch-book, ¨Sleepy Hollow¨, 1819-20)


Regia: Tim Burton
Soggetto: tratto da Washington Irving
Sceneggiatura: Andrew Kevin Walker
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Montaggio: Chris Lebenzon
Scenografia: Rick Einrichs
Costumi: Colleen Atwood
Musica: Danny Elfman
Interpreti: Johnny Depp, Christina Ricci, Christopher Walken,Miranda Richardson, Michael Gambon, Casper Van Dien, Jeffrey Jones
Produttore: Scott Rudin.
Produttore Esecutivo: Francis Coppola.
Produzione: Paramount
Provenienza: USA
Anno: 1999




Non è sangue ma ceralacca quello che stilla sul primo fotogramma. Scopriremo più tardi perché. Ma l'atmosfera è subito inquietante. L'agente Chabod Crane (Johnny Depp, un nome e cognome che farebbero la loro figura presso Dylan Dog), in disgrazia presso i suoi superiori per aver contestato i metodi inquisitoriali basati sulla tortura, opponendovi le vie della scienza, forse aveva presente, a fine secolo (1799) l'autobiografia di Benjamin Franklin (Garzanti), che unisce etica calvinista e illuminismo massonico, esercizio fisico per temprarsi e ricerca scientifica, fede nell'uomo e brividi elettrici. Sta di fatto che, posto di fronte al serial killer che mozza le teste a Sleepy Hollow, nelle Northern Highlands colonizzate dagli olandesi, il poliziotto porta con sé un armamentario di provette, alambicchi, forcipi e quant'altro, a metà strada fra l'alchimista, il medico sperimentale e il beccaio.

Il suo arrivo assomiglia proprio a quelli di Dylan Dog nelle brughiere scozzesi o gallesi: anche a Sleepy Hollow le finestre si chiudono all'arrivo dell'estraneo in una comunità che si festeggia nel ballo nonostante gli orrorifici delitti. E i notabili accolgono Crane con deferenza e salamelecchi, per rimanere poi attoniti di fronte al suo squadernare dottrina e strumentazione. Ingenuo nel suo scientismo, Crane è inconsapevolmente anche una figura di mutante (e la mutazione è uno degli argomenti cardine di questo settimo "Noir in festival" a Courmayeur). Fra i più sbalorditivi risultati del suo bricolage, che ricorda quello delle macchine volanti di W. Allen ("Una commedia sexy...) ci sono gli occhiali-microscopio che di fatto trasformano chi li indossa in uomo-occhio, propaggine lenticolare del cranio. Un cyborg ante litteram, come il cavaliere senza testa (tratto dal romanzo di Washington Irving) che imperversa invincibile nella piccola comunità, che resiste ai pallettoni e che trasforma le sue vittime: non solo perché – ovvio – le decapita, ma perché i colpi della sua lama rendono le ferite autocicatrizzanti. Un mistero nel mistero. Le certezze scientifiche di Crane vanno in crisi. La soluzione starà nell'intrecciare il ragionamento con il vissuto dei personaggi, con il trauma del cavaliere bambino, con la lotta fra religione (qui intesa come letteralismo biblico) e scienza, e, non ultimo, con storie di più bassa lega, soldi e corna.

Rispetto ai film trash o agli ultimi lavori di Waters si avverte una carenza di incisività della caustica polemica nei confronti del perbenismo (permangono Non si può dire oltre. Si può riflettere, invece, alle soglie di un'altra fine secolo (e anche fine millennio, per quanto anticipate di un anno), su problemi del nostro tempo. Burton evoca in maniera straordinaria il rapporto con la natura, l'immersione dei personaggi (cavaliere e cavallo, non c'è distinzione) in un ambiente di nebbia in tonalità pastello slavato, dove gli uomini che ricercano la giustizia (non solo i buoni, come si vedrà) vivono ("ma è vivere questo?" – Blade Runner) in simbiosi anche con gli alberi, creature che a tratti devono erompere dalle fattezze che siamo abituati a attribuire loro (anche queste sono mutazioni...). E lo fanno nella ricerca dell'invincibilità e della perfezione meccanica (le ferite che coagulano da sole). Cioè roba di oggi. Perché è di oggi la coesistenza, non pacifica, fra integralismi e oscurantismi etnico-religiosi da una parte e il peggio dello scientismo dall'altro, dove per peggio si intende il ritornello "ciò che si può fare si deve fare". L'avanzamento tecnologico senza limite o senza discussione preventiva. Il mercato delle vacche dell'innovazione. Il millennio che si apre nel segno delle biotecnologie promette proprio questo, anzi ce lo mostra di già. Ed è scientista anche l'illusione che gli equilibri sociali, e quindi la gestione delle devianze, si aggiustino da sé nella piccola comunità di Sleepy Hollow. Il "sistema" da solo non si stabilizzerà, ci vuole l'elemento esterno, Crane, anche se la soluzione al mistero gli verrà dal vissuto degli altri, dalla conoscenza delle persone fuori dagli schematismi, più che dalla sua scienza applicata. Ci sono lezioni importanti per noi, in Sleepy Hollow, che è film gotico, splatter, e anche grande spettacolo che Burton governa come sa, con battute a tratti esilaranti, ma che non riveliamo.

Filmografia


1984 
  • Frankenweenie
    1985
  • Pee-wee Big Adventure
    1988
  • Beetlejuice,
    1989
  • Batman
    1993
  • Tim Burton's Nightmare Before Christmas
    1994
  • Ed Wood
    1996
  • Mars Attacks



  • Irving Washington (New York 1783 - Tarrytown, New York, 1859) Scrittore statunitense. Figlio di un ricco commerciante newyorkese, fu avviato agli studi giuridici; ma si diede presto ai viaggi e all'attività letteraria. In Salmagundi: o ghiribizzi e opinioni del signor Launcelot Langstaff, e altri (¨Salmagundi: or the Whimwhams and Opinions of Launcelot Langtaff, Esq., and Others¨, 1807-08) satireggiò amabilmente la società di New York. Con la parodistica Storia di New York (¨History of New York¨, 1809), che scherzosamente attribuì a un immaginario studioso olandese americano, Diedrich Knicherbocker, diede la prima rilevante testimonianza della letteratura umoristica americana. Nel 1818 lasciò l'America per l'Inghilterra, dove rimase 17 anni. Dal suo soggiorno nella campagna inglese e dal suo amore per gli scrittori romantici nacque la sua opera più famosa, Il libro degli schizzi (¨The Sketch-book¨, 1819-20), comprendente la versione americana di alcuni racconti popolari europei, in particolare Rip Van Winkle e La leggenda di Sleepy Hollow da Irving trasformati in miti della nuova cultura. Al suo ritorno a New York, Irving fu accolto come il primo scrittore americano di fama internazionale. Trascorse gli ultimi anni nella sua proprietà di campagna di Sunnyside (Tarrytown) presso New York. Poco prima di morire completò la Vita di Washington (¨Life of Washington¨).
    Prosatore altrettanto versato nell'arguto scritto d'occasione come nell'opera erudita, Irving possedette a un tempo lo spirito brillante dei saggisti settecenteschi e le propensioni degli intellettuali romantici: l'interesse per la storia, l'esotico, le tradizioni popolari. Con la sua attività letteraria, egli contribuì a collegare la cultura europea con gli inizi di un'autonoma cultura americana.

    Irving Washington (New York 1783 - Tarrytown, New York, 1859) (Voce di La nuova enciclopedia della letteratura garzanti, Garzanti, Milano, 1985)


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